Varosha, un quartiere di Famagosta nella parte orientale di Cipro, rappresenta una delle storie più enigmatiche e tragiche della storia moderna dell’isola. Questa città, un tempo una delle destinazioni turistiche più ambite del Mediterraneo, è ora una città fantasma, bloccata nel tempo e avvolta in un’aura di mistero e tristezza.
Negli anni ’60 e ’70, Varosha era il fulcro del turismo cipriota, attrazione principale per celebrità e persone comuni in cerca di sole, mare e lusso. L’area ospitava alberghi di lusso, ristoranti raffinati, boutique di moda e una vita notturna vibrante.
Si stima che al suo apice, la popolazione di Varosha raggiungesse circa 39.000 abitanti, con centinaia di migliaia di turisti che affollavano la zona ogni anno. Personaggi famosi come Elizabeth Taylor, Richard Burton e Brigitte Bardot furono alcuni dei visitatori illustri che frequentarono le spiagge dorate di Varosha.
Il destino di Varosha cambiò drasticamente nel 1974, quando un colpo di stato sostenuto dalla Grecia tentò di annettere Cipro alla Grecia. In risposta, la Turchia invase il nord dell’isola il 20 luglio 1974, giustificando l’invasione come una protezione della comunità turco-cipriota.
Famagosta, inclusa Varosha, divenne presto una zona di conflitto intenso. Il 14 agosto 1974, le truppe turche avanzarono su Varosha. I residenti, temendo per la propria vita, abbandonarono la città in fretta, lasciando dietro di sé case, negozi e auto.
Da quel momento, Varosha fu dichiarata zona militare chiusa dalle forze turche. Gli abitanti non poterono mai più tornare nelle loro case, e la città restò bloccata nel tempo, protetta da recinzioni di filo spinato e sorvegliata dai militari.
Per oltre quattro decenni, Varosha rimase una città fantasma, una testimonianza muta della divisione di Cipro.
Negli anni, Varosha è diventata una sorta di simbolo della divisione dell’isola di Cipro.
Le strade della città sono invase dalla vegetazione, gli edifici sono in rovina, e ciò che un tempo era un paradiso per i vacanzieri è oggi uno scenario apocalittico. Nonostante ciò, tutto sembra essere rimasto intatto dal giorno dell’abbandono. In alcune case si trovano ancora vestiti negli armadi, automobili arrugginite nelle strade, e scaffali di negozi pieni di merce degli anni ’70.
Recentemente, nel 2020, Varosha è stata parzialmente riaperta dalle autorità della Repubblica Turca di Cipro del Nord (riconosciuta solo dalla Turchia). Questa decisione ha sollevato controversie internazionali, con molti che la considerano una violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite.
La riapertura ha attirato l’interesse di turisti curiosi e di ex residenti, anche se la maggior parte della città rimane inaccessibile e in stato di abbandono.
Il futuro di Varosha rimane incerto. Mentre ci sono tentativi diplomatici per trovare una soluzione alla divisione di Cipro, la questione di Varosha è particolarmente delicata. Gli ex residenti sperano un giorno di poter tornare nelle loro case, ma le negoziazioni sono complesse e segnate da decenni di tensioni tra le comunità greco-cipriota e turco-cipriota.
Varosha rappresenta non solo un simbolo della divisione di Cipro, ma anche una finestra su ciò che la guerra e il conflitto possono causare.
La sua storia affascina e intristisce, mostrando come in pochi giorni, una fiorente comunità può essere ridotta a un relitto abbandonato, bloccato nel tempo.
Il destino di questa città fantasma resta un enigma, un luogo di memoria e di speranza per il futuro dell’isola di Cipro.