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10 agosto 2023. Addio a Michela Murgia.

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Michela Murgia, una delle figure più influenti e amate del panorama culturale italiano. La sua morte ha lasciato un vuoto profondo non solo nel mondo della letteratura, ma anche in quello dell’attivismo e del pensiero critico. A un anno dalla sua dipartita, è importante riflettere sulla vita, sulle opere e sull’eredità che ha lasciato.
Nata il 3 giugno 1972 a Cabras, un piccolo paese della Sardegna, Michela Murgia ha vissuto un’infanzia e un’adolescenza segnate dalle difficoltà economiche e dall’emarginazione sociale. Tuttavia, è proprio da queste esperienze che ha tratto ispirazione per le sue opere. Il suo primo libro, *Il mondo deve sapere* (2006), è un diario ironico e tagliente che racconta la sua esperienza lavorativa in un call center.
Questo libro, inizialmente concepito come un blog, ha attirato l’attenzione per la sua critica aspra al capitalismo e alla precarietà lavorativa.
Il vero successo letterario è arrivato con *Accabadora* (2009), un romanzo che esplora la figura dell’accabadora, una donna sarda incaricata di porre fine alla sofferenza dei moribondi. Il libro, vincitore di numerosi premi, tra cui il Premio Campiello, ha consacrato Murgia come una delle voci più potenti della letteratura contemporanea italiana.
Oltre che scrittrice, Michela Murgia è stata una fervente attivista e una critica sociale instancabile.
Le sue battaglie per i diritti civili, l’uguaglianza di genere e la giustizia sociale hanno ispirato molti. Murgia ha sempre utilizzato la sua voce e la sua notorietà per denunciare le ingiustizie e per sostenere le cause in cui credeva profondamente.
In particolare, è stata una delle voci più forti in Italia nel denunciare il patriarcato e le sue manifestazioni più subdole. Nei suoi saggi e nelle sue apparizioni pubbliche, Murgia ha costantemente sfidato le norme sociali e culturali, promuovendo un femminismo inclusivo e intersezionale. Il suo libro *Stai zitta* (2021) è diventato un manifesto contro il sessismo e la misoginia, un’opera che continua a essere un punto di riferimento per le giovani generazioni.
Michela Murgia non era solo una scrittrice o un’attivista: era anche una pensatrice che sapeva mescolare cultura, politica e spiritualità in un modo unico. La sua riflessione sulla religione, e in particolare sul cattolicesimo, ha spesso suscitato dibattiti. Murgia era una critica acuta delle istituzioni ecclesiastiche, ma allo stesso tempo manifestava una profonda spiritualità e un interesse genuino per la dimensione etica e morale della fede.
L’eredità di Michela Murgia è vasta e multidimensionale. Ha lasciato un corpus di opere letterarie che continueranno a essere lette e studiate per anni. Ma oltre ai suoi libri, ha lasciato un’eredità di pensiero critico e di impegno civile. Ha dimostrato che la cultura può essere un’arma potentissima contro le ingiustizie e che il cambiamento è possibile quando si ha il coraggio di sfidare lo status quo.
Michela Murgia continua a vivere attraverso le sue parole, le sue idee e il suo esempio. Il suo impegno per una società più giusta e inclusiva, la sua lotta contro le disuguaglianze e la sua capacità di unire la riflessione intellettuale all’azione concreta rimangono una fonte di ispirazione per tutti noi. Ricordarla oggi significa non solo celebrare la sua vita, ma anche rinnovare il nostro impegno verso i valori per i quali ha lottato.

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