Vi sono persone che nascono con il destino segnato dalle proprie passioni. Alcune sono decisamente originali, intriganti, poco comuni. Margherita Hack aveva il proprio ruolo scolpito sul volto: un viso da scienziato, vivace, pulito, splendidamente disordinato. E poi, quel modo entusiasta di fare, tipico di chi conosce, intuisce, indaga e scopre, freme passionale sotto la spinta della sapienza che impone il divulgare. Margherita Hack è quel volto assolutamente solare e dall’accento fiorentino che tante volte abbiamo imparato a riconoscere nelle occasioni in cui si è presentata al pubblico televisivo per spiegare i misteri dell’universo. Astrofisica con un cervello alle stelle e l’altro ad una comunicativa chiara, descrittiva, provocatoria e controcorrente, faceva spettacolo, diffondeva cultura, aumentava l’ascolto e piaceva alla gente. Aveva un passato sportivo, amava il ciclismo, non mangiava la carne, dubitava dell’esistenza di Dio e della bontà di ogni capitalismo. Non poteva essere diversamente per una donna abituata a guardare lontano, ben oltre l’orizzonte.
Margherita Hack credeva nelle energie rinnovabili, si batteva per i diritti civili, era una animalista convinta, ammetteva l’eutanasia nei confronti di chi soffre oltre l’umana dignità di esistere, era agnostica e credeva nella scienza. Era una donna impegnata, un soggetto attivo, libero e pensante, una autorevole scienziata attratta dai misteri di questo nostro immenso universo. Misteri che in genere rimangono tali, in quanto tantissimi, infiniti, irraggiungibili nella loro ipotetica utilità spaziotemporale. Misteri che tante volte trovano fatue risposte in minuscole scoperte e, dando origine a nuove ipotesi, appaiono quasi importanti. È troppo grande il campo di gioco. Un gioco affascinante, ma un gioco rimarrà: razzolare con le idee a immaginare l’andar del cosmo, di cui si ignora il limite, e tentare di catalogare i suoi miliardi di palline vaganti. Materie inerti? Sassi pensanti? Onnipotenti esperimenti? Energie cosmiche? Pianeti abitati da altre forme di vita? È splendida l’infinita serie di ipotesi su misteri circoscritti nella splendida fugacità di una nostra, rapidissima, bellissima vita.
Da sempre l’uomo ha guardato il cielo in cerca di risposte allo stupore di esistere e alla paura di invecchiare, al doversene andare una volta compreso che vivere è bello. Da sempre all’uomo è stato necessario un disegno soprannaturale, un Creatore a cui dire grazie e al quale sottostare. A qualcuno no, attratto da altre comete. Margherita Hack ha passato la propria vita in cerca di risposte fra le misteriose forze degli atomi e il roteare delle galassie. Sono argomenti stupendi, nati forse con l’uomo stesso, sviscerati, esplorati e mai finiti. Sono argomenti che la storia e la ricerca hanno spesso aggiornato con nuove scoperte, da Tolomeo a Galilei, talvolta contrastanti con gli interessi di poteri forti e dominanti. Rivelazioni importanti per il cammino di ricerca e di conoscenza che contraddistingue il progredire storico dell’uomo, mentre i contadini segnavano con pietre conficcate nel suolo solstizi ed equinozi. Strumenti pratici per non sbagliare la semina e soddisfare il rito della nascita del cibo, irrinunciabile energia agroalimentare; raggi solari, acqua e sali minerali per far sorgere dal suolo della nostra splendida Terra foraggi, ortaggi, frutta, cereali, tuberi, funghi e legumi. Miracoli anch’essi di tangibile scienza. Margherita Hack ha studiato gli astri fino a guadagnarsene un piccolo frammento. Da quando, dopo 91 anni, ha abbandonato la sua forma di vita sul nostro pianeta, di sicuro avrà trovato con facilità il suo nuovo indirizzo: “asteroide 8558”, numero di codice non ancora noto. In questo momento, una certa credenza di vecchia data ipotizza la sua anima finalmente a contatto con gli spazi infiniti. Mi piace pensarla a vedere le cose da un altro osservatorio, da un roccioso e sperduto granello sperduto nel nulla. Forse si potrà trattare di un attimo di gioia tutt’altro che infinito. Dal mio punto di vista, se osservo le tante belle cose del nostro pianeta, ritengo sarebbe obbligo di ogni scienziato battersi innanzitutto per non deturpare tanta meraviglia cosparsa di vita, ammonire il popolo che, oltre l’atmosfera, di belle case come la nostra non ve ne sono a distanza di tiro.
L’astrofisica è uno splendido ramo della scienza, ma in questo momento la razza umana sta correndo un grosso rischio: a forza di ambire alla sviluppo, sta viaggiando verso l’estinzione. Non vi è alcuna colpa di tutto ciò in una splendida vita dedicata alla ricerca e alla ragione. Il problema è un altro: si studia la possibilità di portar vita su Marte, anziché preservare quella sulla Terra. Scienza è anche questa, assai importante: un discorso da dibattere e da divulgare, da sviscerare, da gridare al mondo. Sembra invece raccogliere meno interesse. Forse perché è politicamente ben più ingombrante? Certo è che ogni intellettuale mandato a ispezionare in galassie lontane non crea problemi a chi governa questa Terra in modo stolto, ingordo ed arrogante. Tanto vale favorirlo e fare della scienza una materia poco pesante per i signori del mondo mai sazi di volerlo tutto per loro. Gli scienziati incantano, svagano, regalano impalpabile speranza agli abitanti di questo mondo ormai ipnotizzato con troppe armi di “distrazione” di massa. Margherita Hack era vegetariana convinta. Questo è un punto di osservazione da cui partire verso l’infinito ed esserne fieri: il rispetto della vita innanzitutto! Il resto, in fondo, è solo lo studio di quel tutto che ruota, che emette, che esplode, che fluttua nell’infinito e che ci ignora, che da sempre è stato e che sempre sarà fino alla fine del tempo dei tempi!
Carlo Mariano Sartoris