Fu una delle intelligenze più acute del Rinascimento italiano. Dal 1498 al 1512 è segretario della Repubblica fiorentina, ma, al ritorno a Firenze dei Medici, abbandona la vita politica ritirandosi in campagna. È in questo periodo che scrive i suoi volumi più celebri: il Principe e i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio. Nel 1525 pubblica le Istorie fiorentine, commissionategli cinque anni prima dal cardinale Giulio de’ Medici, futuro papa Clemente VII.