Politico ungherese, fu leader della rivolta contro l’oppressione sovietica. Quando i russi invadono Budapest, il 4 novembre 1956, Nagy si rifugia nell’ambasciata jugoslava dove gli è stata offerta protezione. Il 22 novembre 1956 viene indotto a consegnarsi alle autorità comuniste con la promessa scritta che sarebbe potuto tornare a casa. Ma, non appena uscito, Nagy e alcuni suoi collaboratori vengono imprigionati. Nagy si rifiuta di sconfessare i motivi profondi della rivolta antisovietica e per questo viene condannato a morte.