Dopo aver preso parte alla grande guerra, Alvaro inizia la propria carriera di giornalista come collaboratore del “Resto del Carlino” e poi del “Corriere della sera”. É tra i primi firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce. Dal 1921 diventa corrispondente all’estero per diverse testate. Dal 25 luglio all’8 settembre del 1943, Alvaro assume la direzione del “Popolo di Roma”. Costretto dall’occupazione tedesca a nascondersi, si rifugia a Chieti sotto il falso nome di Guido Giorgi. Nel 1951 vince il premio Strega con “Quasi una vita”.
11 giugno 1956. Muore Corrado Alvaro, intellettuale antifascista.
11 Giugno 2024, 04:01
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