Oggi in via di riabilitazione, il frate domenicano Girolamo Savonarola fu arso sul rogo assieme a due confratelli il 23 maggio 1498 a Firenze per le sue radicali idee di riforma dei costumi civili e religiosi che gli valsero l’accusa di eresia da parte della Chiesa. Appartenente all’ordine dei frati domenicani O.P., profetizzò sciagure per Firenze e per l’Italia sostenendo un modello teocratico per la Repubblica fiorentina instauratasi dopo la cacciata dei Medici.
Nel 1497 fu scomunicato da papa Alessandro VI e l’anno successivo fu impiccato e bruciato sul rogo come «eretico, scismatico e per aver predicato cose nuove» e le sue opere furono inserite nel 1559 nell’Indice dei libri proibiti. Solo nei secoli successivi gli scritti del Savonarola sono stati riabilitati dalla Chiesa e presi in considerazione in importanti trattati di teologia.
La causa della sua beatificazione è stata avviata il 30 maggio 1997 dall’arcidiocesi di Firenze.