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4 maggio 1949. La tragedia del “Grande Torino”.

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Firenze, 4 maggio 2024 – “Gli eroi restano immortali per coloro che credono in loro. Così i giovani continueranno a credere che il Torino non sia scomparso: è solo fuori sede”. Con queste parole, Indro Montanelli ricorda la tragedia di Superga, in occasione del 75º anniversario dell’incidente aereo che 75 anni fa ha portato alla perdita del capitano Mazzola e dei suoi compagni.
Per ogni sportivo, per ogni appassionato del calcio, la leggenda del Torino e Superga rappresenta un simbolo, un luogo che si colloca tra una realtà dolorosa e un sogno affascinante che ha segnato la storia dell’Italia del dopoguerra. Chiamato il “Grande Torino”, sotto le maglie granata, l’intera Italia, uscita devastata dalla seconda guerra mondiale, si identificava con le gesta di quegli eroi del calcio destinati all’immortalità. Dopo un’amichevole a Lisbona contro il Benfica, dove avevano salutato il ritiro dal calcio del capitano del Portogallo e stella del Benfica Francisco Ferreira, quel tragico 4 maggio del 1949 l’aereo che trasportava il Grande Torino si schiantò sulla collina di Superga in una tempesta.
Nell’incidente persero la vita tutte e 31 le persone a bordo (27 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio), e tutta l’Italia piansero la squadra granata, i cui giocatori erano la colonna portante della Nazionale azzurra. Il Grande Torino aveva conquistato uno scudetto (e la Coppa Italia) nel 1942-43 e poi aveva vinto il campionato di Serie A per quattro volte consecutive nel dopoguerra. Nonostante non ci fosse ancora la Coppa dei Campioni, la fama del Grande Torino aveva varcato i confini nazionali. I club stranieri si contendevano l’opportunità di sfidare il Torino all’estero: gli stadi erano sempre gremiti. I giocatori erano conosciuti come gli “Invincibili” e avevano dato speranza a tutta l’Italia dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Non a caso, la FIFA ha proclamato il 4 maggio come “Giornata Mondiale del Gioco del Calcio”.
Questa giornata mira ad ispirare le nuove generazioni, e non solo, ad un modello di vita e di sport senza eguali, dove l’unità di squadra può portare a risultati impensabili. Il Grande Torino ha stabilito numerosi record, alcuni ancora imbattuti: come l’11 maggio del 1947, quando 10 giocatori granata furono schierati nella Nazionale azzurra nella vittoria per 3-2 contro l’Ungheria, guidata dal giovane e promettente Ferenc Puskas. Ci fu anche la vittoria per 10-0 contro l’Alessandria in casa, e la più alta percentuale di gol segnati in un campionato: 125 in 40 partite, con una media di 3,1 gol a partita.
Da non dimenticare la tripletta più veloce mai segnata, realizzata da Mazzola in tre minuti (dal 29º al 31º) durante un Torino-Vicenza terminato 6-0.
Alla vigilia della tragedia di Superga, mancavano solo quattro partite alla fine del campionato: il Grande Torino, che aveva già un ampio vantaggio sull’Inter seconda, fu dichiarato vincitore a tavolino e il club granata, nelle restanti partite, fu costretto a schierare giovani talenti. Un gesto sportivo che fu rispettato anche dagli avversari.
L’impatto di quella tragedia rimase vivo per molto tempo in Italia: tanto che nel 1950, in occasione dei Mondiali in Brasile, l’Italia, privata della struttura del Grande Torino, scelse di viaggiare via mare, impiegando ben 15 giorni per raggiungere la destinazione. Bastarono solo due partite per uscire dal torneo e tornare a casa. Questa volta, però, in aereo. Tra gli “Invincibili” che persero la vita nella tragedia c’era Romeo Menti, legato a Firenze non solo per il suo contributo alla squadra viola ma anche per il suo legame familiare con la città. Il suo corpo fu riconosciuto grazie al distintivo della Fiorentina sulla giacca, un ricordo ora custodito al Museo del Calcio di Coverciano.
La sua vita, il suo rapporto con Firenze e la tragedia finale sono narrati nel documentario “Romeo Menti. L’ala granata con il giglio nel cuore”, realizzato per La Nazione.it dal giornalista Roberto Davide Papini, con riprese a Torino di Daniele Vola. Un video che viene riproposto in occasione del 75º anniversario della sciagura di Superga. Il documentario ha ricevuto il premio “Gentleman Fair Play” al Sport Movies & TV 2019 – Milano International Ficts Fest, il festival presieduto da Franco Ascani.

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