Il 14 aprile, 104 anni fa, dopo quattro giorni di viaggio, alle 13:30, il capitano del Titanic ricevette un messaggio dal vapore Baltic, che segnalava la presenza di ghiaccio a 400 km sulla rotta prevista. Nonostante l’avvertimento, la velocità della nave non fu ridotta. Bruce Ismay, direttore della White Star Line, decise di non dare troppo peso all’avviso e optò semplicemente per spostare la rotta del transatlantico sulla Outward Southern Track, un corridoio di navigazione comunemente usato.
Tuttavia, la sera dello stesso giorno, alle 23:40, il Titanic si scontrò con un iceberg, causando gravi danni al fianco destro della nave. Due ore e quaranta minuti dopo l’impatto, la nave si spezzò in due parti e affondò completamente. Il disastro causò la morte di circa 1500 persone tra equipaggio e passeggeri, rendendolo uno dei naufragi più tragici e famosi della storia. Solo 706 individui sopravvissero, grazie alle scialuppe di salvataggio.
La maggior parte dei sopravvissuti erano coloro che riuscirono a imbarcarsi sulle lance di salvataggio. Molto pochi furono i sopravvissuti tra coloro che rimasero a bordo nella fase finale dell’affondamento. La temperatura esterna era infatti di circa 0 gradi, e la maggior parte delle vittime perì per ipotermia piuttosto che per annegamento. Seguirono numerosi processi e indagini, che tentarono di ricostruire le dinamiche e le cause dell’affondamento del Titanic.