Al centro della città, in Piazza San Venceslao, lo studente cecoslovacco Jan Palach si da fuoco come gesto estremo di protesta contro l’occupazione del suo paese da parte delle truppe sovietiche che hanno stroncato la Primavera di Praga, la rivoluzione democratica reclamata dal popolo cecoslovacco. Palach, 21 anni non ancora compiuti, muore due giorni dopo per le ustioni riportate. L’opinione pubblica è sgomenta, mentre il governo tenta una campagna diffamatoria verso lo studente per sminuirne il suicidio. Dopo di lui altri sette studenti si suicideranno nel silenzio degli organi di informazione.