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29 agosto 1991. Libero Grassi, l’uomo che morì da vincitore.

“Non conoscevo Libero Grassi personalmente, ma le sue parole durante una puntata del Maurizio Costanzo Show mi colpirono profondamente,” racconta Salvatore Giordano, organizzatore della Gran Fondo Libero Grassi. “In quella trasmissione, spiegava perché aveva scelto di opporsi, da solo, alla richiesta di pizzo che alla fine gli costò la vita. Lo fece per proteggere il lavoro dei suoi 100 dipendenti. Pochi giorni dopo, in ventotto, partimmo in bicicletta per raggiungere il luogo in cui Grassi fu ucciso e deporre un mazzo di fiori.
Da quel gesto nacque la storia della Gran Fondo Libero Grassi.”
Da 26 edizioni, questa manifestazione ciclistica porta il nome di un imprenditore coraggioso, assassinato dalla mafia.
Ricordare Libero Grassi è un dovere morale. In un periodo terribile della storia siciliana, fu un esempio di eroismo che, sebbene spesso ignorato, risuona ancora con forza dopo un quarto di secolo.
In suo onore sono stati realizzati due film (uno in onda questa sera), e lo Stato gli ha conferito la Medaglia d’oro al valore civile.
Tuttavia, nonostante le commemorazioni a Palermo, il trascorrere del tempo rischia di far cadere il suo ricordo nell’oblio.
Proprio Alice Grassi, figlia dell’imprenditore, esprime la sua delusione per il progressivo dimenticarsi della città: “Il mio desiderio sarebbe vedere volti nuovi in via Alfieri, ma purtroppo non è mai successo. Non possiamo continuare a raccontarcela solo tra di noi.”
Questo anniversario è carico di rabbia e tristezza, essendo il primo senza la vedova di Grassi, Pina Maisano, scomparsa pochi mesi fa.
La lotta contro l’oblio portata avanti da Alice e dal fratello Davide è una battaglia comune a molti parenti e amici di eroi che, troppo spesso, non vengono ricordati nei libri di scuola, ma al massimo su qualche targa. Tuttavia, i simboli hanno il potere di raccontare storie potenti, e per questo motivo, la foto del podio dell’ultima Gran Fondo Libero Grassi ha un significato che va oltre una semplice iscrizione su un muro.
La corsa ciclistica organizzata dalla Ciclo Tyndaris è nata spontaneamente e ha il merito di tramandare il nome di Libero Grassi in un contesto di gioia e condivisione, di generazione in generazione. Giovani ciclisti si chiederanno a chi sia dedicata questa gara, una delle poche di prestigio rimaste in Sicilia. Alice Grassi, fiera e serena sul podio delle premiazioni, rappresenta l’immagine della speranza.
Nel ciclismo, come in ogni sport, la vittoria è importante, e così torna alla mente l’immagine di suo fratello Davide che, ai funerali del padre, fece il segno della vittoria. Davide spiegò quel gesto dicendo che Libero Grassi era morto da vincitore. “Ora c’è più gente viva che può fare il segno della vittoria.”

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