Ci sono voluti quasi venti giorni per realizzare la bara artigianale scelta dai familiari di Silvio Berlusconi, dieci dei quali sono stati impiegati per la lucidatura del cofano. Un feretro prezioso quello che ospiterà le spoglie del Cavaliere realizzato dall’azienda Art Funeral Italy di Paolo Imeri, con sede a Caravaggio, in provincia di Bergamo. Si tratta di un brand specializzato nell’arte funeraria che, grazie alla sapienza di maestri artigiani, rappresenta ai più elevati livelli il prodotto italiano di qualità. Il legno utilizzato per la cassa è quello di mogano, proveniente dall’Honduras, lo stesso con cui venivano costruite le chitarre di Jimi Hendrix.
La bara ha striature di colore rosso bruno e ha un nome ben preciso: “23 Duomo”. Il legno, stagionato in maniera naturale, è anche utilizzato per realizzare mobili molto pregiati. A rendere unico il feretro, oltre alla materia prima, è sicuramente la bravura degli artigiani che ci lavorano da anni. Per costruire sia la cassa sia il cofano vengono utilizzati tronchi interi, in modo da preservare le naturali venature del legno. “Così si valorizza l’impronta digitale del legname definita figurazione”.
Altro elemento particolare è dato dalla doppia verniciatura della bara che crea un duplice effetto con il lucido del cofano e il satinato delle parti laterali della cassa e della cornice. Una scelta raffinata ed esclusiva che si nota maggiormente alla luce del sole. La famiglia Berlusconi non ha avuto contatti diretti con Paolo Imeri, poiché l’azienda si limita a rifornire le bare alle agenzie funebri occupandosi esclusivamente della progettazione e della costruzione di questi rinomati prodotti artigianali.
Sul costo il titolare di Art Funeral Italy mantiene uno stretto riserbo. “Preferisco non svelarlo così come per motivi di riservatezza ho oscurato quel genere di cofano sul nostro sito dove ci sono tutte le nostre creazioni. Posso solo aggiungere che si tratta dello stesso tipo di bara in cui giace l’imprenditore Leonardo Del Vecchio, scomparso un anno fa di questi tempi”.
fonte: ilgiornale.it