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Iraq. Il terzo anniversario della caduta di Mosul.

É ricorso ieri l’anniversario dell’occupazione di Mosul da parte dello Stato islamico (Is). Il 10 giugno 2014, infatti, i combattenti del gruppo jihadista entrarono nella città settentrionale irachena quasi indisturbati, approfittando della carenza di truppe, delle lotte intestine tra i leader politici iracheni e del panico scaturito dall’avanzata del “califfato”. Secondo un rapporto della commissione parlamentare d’inchiesta di Baghdad basato sulle testimonianze di almeno 92 funzionari, l’ufficiale dell’esercito iracheno più alto in grado a Mosul era in vacanza in quel periodo, mentre la città era difesa da meno di un terzo dei soldati che avrebbero dovuto essere in servizio. Il documento descrive un esercito iracheno afflitto da rivalità e diserzioni, in cui diversi ufficiali coprivano le assenze dei colleghi per intascarne stipendi e spese di soggiorno. Lo Stato islamico, al contrario, ha radicato la sua presenza sul territorio mesi e anni prima dell’attacco, tanto che all’epoca della presa di Mosul ricavava almeno 11 milioni di dollari al mese da estorsioni e racket.
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