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Ventidue anni fa il sacrificio del piccolo Nicholas.

Ricorre oggi il 22esimo anniversario della morte del piccolo Nicholas Green, ucciso l’1 ottobre del 1994 sull’autostrada A3, vicino all’uscita di Serre, in provincia di Vibo Valentia. Nicholas, che aveva sette anni, era diretto in Sicilia con i genitori Reginald e Margaret Young e la sorellina Eleanor, di 4 anni. L’auto su cui viaggiavano i Green fu scambiata per quella di un gioielliere da alcuni rapinatori che tentarono un furto, poi finito in tragedia. Nicholas fu subito ricoverato al centro neurochirurgico del Policlinico di Messina, ma morì qualche giorno dopo. Al momento del decesso, i genitori autorizzarono la donazione degli organi, di cui beneficiarono sette italiani, quattro adolescenti e un adulto, mentre altri due riacquistarono la vista grazie al trapianto delle cornee. All’epoca la donazione degli organi non così comune in Italia: il sacrificio di Nicholas e il gesto dei suoi genitori contribuì a far aumentare gli episodi di donazione d’organi in tutto il Paese. Dalla vicenda fu tratto un film per la televisione dal nome “Il dono di Nicholas”, con Jamie Lee Curtis ed Alan Bates. In seguito alla donazione degli organi, i coniugi Green ricevettero la medaglia d’oro al merito civile. Per il delitto di Nicholas Green vennero rinviati a giudizio, nel 1995, Francesco Mesiano (22 anni) e Michele Iannello (27), entrambi originari di Mileto, in provincia di Vibo. Nel 1997 furono assolti dalla Corte d’assise di Catanzaro, ma l’anno successivo, in appello la sentenza fu rovesciata: Mesiano fu condannato a 20 anni di reclusione; Iannello, in qualità di autore materiale dell’omicidio, all’ergastolo. La sentenza fu poi confermata in Cassazione.
Nel corso degli anni sia Iannello sia Mesiano si sono dichiarati sempre innocenti rispetto all’omicidio di Nicholas. L’ex affiliato alla ‘ndrangheta Iannello, in particolare, è diventato collaboratore di giustizia e ha confessato diversi delitti, ma si ma è sempre professato innocente riguardo al delitto del bambino, chiedendo la revisione del processo e accusando suo fratello dell’omicidio. Un’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Vibo, in base a queste dichiarazioni, ha portato però a un’archiviazione del caso.

fonte: www.corrieredellacalabria.it

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