Le parole escono a fatica. Ancora. Difficile raccontare quelle immagini, quegli odori, le sensazioni. Eppure “il ricordo di quel giorno resta indelebile. Quasi come una fotocamera che mi impone di non cancellare nulla“. Nonostante “non sia facile portarsi dentro tutto“. La mattina del 2 agosto 1980 Agide Melloni, autista di autobus a Bologna, stava arrivando al lavoro con un collega. “Dovevo prendere servizio su una linea che aveva una fermata in centrale. Ero a Ponte Galliera quando un autobus si fermò davanti a noi aprendo le porte. Il collega era agitato e ci disse solo: ”È saltata in aria la stazione”.All’inizio pensai si trattasse di una battuta. Cinquanta metri dopo capìi che non era così e che la stazione era saltata in aria per davvero, portandosi con sé 85 vite“. Essendo donatore di sangue, la prima cosa che fece fu di correre alla sede Avis, vicino al piazzale.
“Visto che mi dissero che al momento non avevano bisogno e che comunque il mio contatto ce l’avevano, feci l’unica cosa che potevo fare: guidare un autobus“.
Strage di Bologna. L’autista Melloni e la storia del suo 37.
3 Agosto 2016, 06:50
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