Il 27 aprile 2016 ricorre il settantanovesimo anniversario della morte di Antonio Gramsci, un grande rivoluzionario e un grande italiano. Il fascismo lo condannò a 20 anni di carcere con l’intento di non far funzionare quel cervello di cui aveva tanta paura.
Il suo pensiero, invece, attraverso i Quaderni del carcere scritti nei lunghi e sofferti anni detenzione, divenne uno dei cardini sul quale Palmiro Togliatti costruì, dopo la caduta del fascismo, l’identità del Partito comunista italiano, il suo modo di essere e fare politica. Esso influenzò tutta la seconda metà del novecento italiano sul piano culturale oltre che su quello più specificamente politico, diffondendosi ben oltre i confini nazionali.