Che cos’è il testamento biologico? Dove posso farlo? L’eutanasia è legale in Italia? A queste, e a molte altre domande, risponde ora un chatbot che ci aiuta a conoscere, e difendere, i nostri diritti in materia di disposizioni anticipate di trattamento, cioè le nostre volontà sull’assistenza sanitaria in previsione di una futura incapacità a decidere o comunicare. Si chiama CitBOT, può già dipanare oltre mille quesiti sul fine vita ed è un progetto dell’associazione Luca Coscioni, tecnicamente realizzato da Revevol Italia. Uno strumento singolare nel suo genere.
C’è un chatbot per tutto
Il funzionamento è identico a tutti gli altri chatbot, cioè chat in cui il nostro interlocutore non è umano ma un robot. Si tratta di software dotati di intelligenza artificiale con cui interagiamo tramite messaggi: capiscono le nostre domande scritte e da loro imparano per fornirci risposte sempre più puntuali e accurate.
Li abbiamo già visti all’opera nell’assistenza clienti, nel contrasto all’odio online e alle notizie false, e persino fare colloqui di lavoro in veste di reclutatori.
Ai mille impieghi possibili adesso si aggiunge alla lista il paladino dei diritti, di cui CitBOT è un esempio. “Un’intelligenza artificiale civica per rafforzare il potere del cittadino nel difendere i propri diritti e libertà fondamentali”, la definisce Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e promotore del Congresso mondiale per la libertà di ricerca e della campagna Eutanasia legale.
Il programma sarà presto disponibile sul sito ufficiale dell’Associazione Luca Coscioni, su Facebook Messenger, WhatsApp e i software di assistenza vocale Google Assistant, Siri, e Alexa. Ma lo troviamo già attivo sul sito www.citbot.it e su Telegram al canale TeleCitBOT.