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Le parole possono essere mortali.

Nel 1995 la percentuale di persone che avevano l’accesso a Internet era solo l’1%, oggi quasi la metà della popolazione del pianeta è connessa. Tutti abbiamo in casa uno strumento che ci permette di collegarci al web e di accedere alle migliaia di informazioni della rete. Purtroppo però manca spesso una corretta educazione digitale e vi è un uso distorto della rete tra le cui espressioni più gravi vi è sicuramente il cyberbullismo. È di questi giorni la notizia che ci ha lasciato tutti senza parole: il suicidio della giovanissima Amy “Dolly” Everett. A soli 14 anni, Amy non ha più retto la cattiveria dei cyber-bulli, i cosiddetti hater, che da tempo la bullizzavano, la insultavano e la ridicolizzavano a causa di una pubblicità fatta quando era molto giovane.

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