Il Santo del giorno 6 febbraio, San Paolo Miki e compagni
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Nome: San Paolo Miki e Compagni
Titolo: Martiri
Nome di battesimo: Paolo Miki
Nascita: 1556 circa, Kyoto, Giappone
Morte: 5 febbraio 1597, Nagasaki, Giappone
Ricorrenza: 6 febbraio
Il Santo del giorno 6 febbraio, San Paolo Miki, importante martire cristiano del Giappone.
Nato intorno al 1556 a Kyoto, era figlio di una famiglia nobile probabilmente convertita al cristianesimo grazie all’opera di San Francesco Saverio.
San Francesco Saverio, infatti, pochi anni prima aveva portato la fede cristiana nel Paese del Sol Levante.
Battezzato all’età di cinque anni, Paolo Miki entrò giovanissimo nella Compagnia di Gesù, diventando un eccellente predicatore.
La sua profonda conoscenza della cultura e della religione locale gli permise di confrontarsi con le autorità buddiste e di diffondere il cristianesimo con grande successo.
Il contesto storico: la persecuzione dello Shogun
Alla fine del XVI secolo, il cristianesimo si era diffuso rapidamente in Giappone, raggiungendo circa 200.000 fedeli.
Tuttavia, la situazione cambiò radicalmente quando lo Shogun Hideyoshi, preoccupato dall’influenza crescente degli stranieri, avviò nel 1596 una dura persecuzione contro i cristiani.
Paolo Miki venne arrestato a Osaka insieme a sei francescani, tre gesuiti giapponesi e diciassette laici convertiti, tra cui due giovani di appena 11 e 13 anni.
I ventisei prigionieri furono sottoposti a torture e umiliazioni pubbliche, tra cui il taglio dell’orecchio sinistro e la pubblica esposizione per scoraggiare la popolazione dalla fede cristiana.
Tuttavia, nessuno di loro rinnegò la propria fede.
Il martirio sulla collina di Nagasaki
Il 5 febbraio 1597, i ventisei cristiani furono condotti sulla collina di Tateyama, a Nagasaki, dove vennero crocifissi e trafitti con due lance incrociate. Questo luogo, in seguito, divenne noto come “la santa collina”, simbolo della resistenza della fede cristiana in Giappone.
Dalla croce, Paolo Miki pronunciò la sua ultima predica, perdonando i suoi carnefici e invitando i presenti a seguire Cristo per ottenere la salvezza.
Il giovane martire di 13 anni intonò l’inno “Laudate pueri Dominum”, trasformando il luogo dell’esecuzione in una testimonianza di speranza e fede incrollabile.
Canonizzazione e culto di San Paolo Miki
Il sacrificio di Paolo Miki e dei suoi compagni non venne dimenticato.
Nel 1627, Papa Urbano VIII li proclamò Beati, mentre nel 1862, Papa Pio IX li canonizzò ufficialmente.
Oggi, il Santo del giorno 6 febbraio viene celebrato in tutto il mondo come simbolo della forza della fede di fronte alla persecuzione.
Il suo martirio ispirò anche molti missionari, tra cui San Daniele Comboni, che dedicò la sua vita all’evangelizzazione dell’Africa.
Nome: San Paolo Miki e Compagni
Titolo: Martiri
Nome di battesimo: Paolo Miki
Nascita: 1556 circa, Kyoto, Giappone
Morte: 5 febbraio 1597, Nagasaki, Giappone
Ricorrenza: 6 febbraio
Il Santo del giorno 6 febbraio, San Paolo Miki, importante martire cristiano del Giappone.
Nato intorno al 1556 a Kyoto, era figlio di una famiglia nobile probabilmente convertita al cristianesimo grazie all’opera di San Francesco Saverio.
San Francesco Saverio, infatti, pochi anni prima aveva portato la fede cristiana nel Paese del Sol Levante.
Battezzato all’età di cinque anni, Paolo Miki entrò giovanissimo nella Compagnia di Gesù, diventando un eccellente predicatore.
La sua profonda conoscenza della cultura e della religione locale gli permise di confrontarsi con le autorità buddiste e di diffondere il cristianesimo con grande successo.
Il contesto storico: la persecuzione dello Shogun
Alla fine del XVI secolo, il cristianesimo si era diffuso rapidamente in Giappone, raggiungendo circa 200.000 fedeli.
Tuttavia, la situazione cambiò radicalmente quando lo Shogun Hideyoshi, preoccupato dall’influenza crescente degli stranieri, avviò nel 1596 una dura persecuzione contro i cristiani.
Paolo Miki venne arrestato a Osaka insieme a sei francescani, tre gesuiti giapponesi e diciassette laici convertiti, tra cui due giovani di appena 11 e 13 anni.
I ventisei prigionieri furono sottoposti a torture e umiliazioni pubbliche, tra cui il taglio dell’orecchio sinistro e la pubblica esposizione per scoraggiare la popolazione dalla fede cristiana.
Tuttavia, nessuno di loro rinnegò la propria fede.
Il martirio sulla collina di Nagasaki
Il 5 febbraio 1597, i ventisei cristiani furono condotti sulla collina di Tateyama, a Nagasaki, dove vennero crocifissi e trafitti con due lance incrociate. Questo luogo, in seguito, divenne noto come “la santa collina”, simbolo della resistenza della fede cristiana in Giappone.
Dalla croce, Paolo Miki pronunciò la sua ultima predica, perdonando i suoi carnefici e invitando i presenti a seguire Cristo per ottenere la salvezza.
Il giovane martire di 13 anni intonò l’inno “Laudate pueri Dominum”, trasformando il luogo dell’esecuzione in una testimonianza di speranza e fede incrollabile.
Canonizzazione e culto di San Paolo Miki
Il sacrificio di Paolo Miki e dei suoi compagni non venne dimenticato.
Nel 1627, Papa Urbano VIII li proclamò Beati, mentre nel 1862, Papa Pio IX li canonizzò ufficialmente.
Oggi, il Santo del giorno 6 febbraio viene celebrato in tutto il mondo come simbolo della forza della fede di fronte alla persecuzione.
Il suo martirio ispirò anche molti missionari, tra cui San Daniele Comboni, che dedicò la sua vita all’evangelizzazione dell’Africa.