San Saba Archimandrita nacque nel 439 a Mutalasca, in Cappadocia, in una famiglia benestante.
Fin da giovane manifestò una forte inclinazione per la vita religiosa, tanto che, a soli otto anni, fuggì dalla casa dello zio per ritirarsi in un monastero diretto dall’abate Flaviano.
Nonostante i tentativi dei parenti di riportarlo a casa, Saba rimase fermo nella sua decisione, dedicandosi con fervore alla vita monastica.
All’età di diciotto anni, si trasferì in Palestina per approfondire la propria vocazione e divenne discepolo di Sant’Eutimio, detto “il Grande”, condividendo con lui la dura vita eremitica nel deserto vicino al Mar Morto.
Dopo la morte di Eutimio, San Saba si stabilì nei pressi di Betlemme, dove fondò la Laura di Mar Saba, un insediamento monastico destinato a diventare uno dei più importanti centri di vita ascetica del mondo cristiano.
Con il tempo, la comunità crebbe e si trasformò nella “Grande Laura”, un monastero che attirò numerosi discepoli desiderosi di seguire l’esempio del santo.
Nel 492, il patriarca di Gerusalemme Elia I lo ordinò sacerdote, e il successore Salustio lo nominò archimandrita, ossia capo dei monaci anacoreti della Palestina.
San Saba svolse un ruolo cruciale nella difesa dell’ortodossia contro le eresie del suo tempo, come il nestorianesimo e il monofisismo.
Nel 512, venne inviato dall’imperatore bizantino Anastasio per sostenere la dottrina proclamata dal Concilio di Calcedonia.
Nonostante l’età avanzata, nel 530, ormai novantenne, intraprese un difficile viaggio a Costantinopoli per difendere i monaci palestinesi da una pesante tassazione.
L’imperatore Giustiniano lo accolse con grande rispetto, riconoscendo l’autorevolezza spirituale del santo e accogliendo le sue richieste.
San Saba morì il 5 dicembre 532, a 94 anni, circondato dalla venerazione dei suoi discepoli.