Il Santo del giorno 4 febbraio, San Giuseppe da Leonessa

4 Febbraio 2025 - 00:01--Il Santo del Giorno-
Il Santo del giorno 4 febbraio San Giuseppe da Leonessa

Il Santo del giorno 4 febbraio, San Giuseppe da Leonessa

Nome: San Giuseppe da Leonessa
Titolo: Cappuccino, missionario e martire
Nome di battesimo: Eufranio Desideri
Nascita: 8 gennaio 1556, Leonessa
Morte: 4 febbraio 1612, Amatrice
Ricorrenza: 4 febbraio

San Giuseppe da Leonessa, il Santo del giorno 4 febbraio, nacque nel 1556 a Leonessa, un piccolo borgo dell’attuale Lazio.
Fin da giovane sentì forte la chiamata alla vita religiosa e, a soli 16 anni, entrò nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
Qui abbracciò una vita di preghiera, penitenza e umiltà, trasformandosi in un modello di santità francescana.
Prese i voti nel 1580 e si distinse come predicatore zelante e infaticabile missionario.

Missione a Costantinopoli e il martirio sfiorato

Nel 1587, ottenne da Papa Sisto V il permesso di partire per Costantinopoli con l’obiettivo di assistere i cristiani prigionieri dei Turchi.
Il suo coraggio lo portò a un gesto estremo: tentò di entrare nel palazzo del Sultano Murad III per predicare il Vangelo direttamente a lui, con la speranza di convertirlo.
Tuttavia, fu scoperto e arrestato.
Il suo ardire fu considerato un crimine di lesa maestà, e per questo venne torturato in modo atroce: rimase appeso per tre giorni a una trave con ganci di ferro conficcati nelle mani e nei piedi, mentre un fuoco ardeva sotto di lui.
Nonostante la sofferenza, sopravvisse miracolosamente, e il Sultano, colpito dalla sua resistenza, lo condannò all’esilio perpetuo.

Il ritorno in Italia e l’opera evangelizzatrice

Tornato in Italia, San Giuseppe da Leonessa, il Santo del giorno 4 febbraio, si dedicò alla predicazione tra l’Abruzzo, l’Umbria e il Lazio, portando conforto ai poveri e agli emarginati.
Il suo impegno sociale fu fondamentale: istituì opere di assistenza, aiutò i più bisognosi e operò numerosi miracoli.
Nel suo ministero si distingueva per la grande capacità di parlare ai cuori della gente, spingendola alla conversione e alla carità.

La malattia e la morte

Nel 1612, all’età di 55 anni, San Giuseppe si ammalò gravemente.
Gli fu diagnosticato un tumore, e i suoi confratelli tentarono un’operazione rudimentale per salvarlo.
Durante l’intervento, il santo rifiutò di essere legato, affidandosi completamente a Dio.
Morì il 4 febbraio 1612 nel convento di Amatrice, stringendo al petto il crocifisso.

Miracoli e canonizzazione

San Giuseppe da Leonessa è noto per numerosi miracoli attribuiti alla sua intercessione.
Uno dei più celebri riguarda Giuseppe Dionisi, un bambino nato nel 1737 senza ossa nella metà inferiore del corpo.
Dopo che la madre pregò il santo e lasciò il bambino sull’altare della sua chiesa a Leonessa, il piccolo si alzò in piedi e guarì completamente.
Questo miracolo fu decisivo per la canonizzazione del santo.
Fu beatificato da Papa Clemente XII nel 1737 e canonizzato da Papa Benedetto XIV nel 1746. Nel 1952, Papa Pio XII lo proclamò patrono delle missioni in Turchia.

Il culto di San Giuseppe da Leonessa

Oggi, il Santuario di San Giuseppe da Leonessa è un luogo di pellegrinaggio molto frequentato.
Ogni anno, il 4 febbraio, la sua memoria viene celebrata con solenni festeggiamenti nella città natale di Leonessa e in diverse località italiane.
È venerato come protettore dei missionari e dei poveri.

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4 Febbraio 2025 - 00:01--Il Santo del Giorno-

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Nascita: 8 gennaio 1556, Leonessa
Morte: 4 febbraio 1612, Amatrice
Ricorrenza: 4 febbraio

San Giuseppe da Leonessa, il Santo del giorno 4 febbraio, nacque nel 1556 a Leonessa, un piccolo borgo dell’attuale Lazio.
Fin da giovane sentì forte la chiamata alla vita religiosa e, a soli 16 anni, entrò nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
Qui abbracciò una vita di preghiera, penitenza e umiltà, trasformandosi in un modello di santità francescana.
Prese i voti nel 1580 e si distinse come predicatore zelante e infaticabile missionario.

Missione a Costantinopoli e il martirio sfiorato

Nel 1587, ottenne da Papa Sisto V il permesso di partire per Costantinopoli con l’obiettivo di assistere i cristiani prigionieri dei Turchi.
Il suo coraggio lo portò a un gesto estremo: tentò di entrare nel palazzo del Sultano Murad III per predicare il Vangelo direttamente a lui, con la speranza di convertirlo.
Tuttavia, fu scoperto e arrestato.
Il suo ardire fu considerato un crimine di lesa maestà, e per questo venne torturato in modo atroce: rimase appeso per tre giorni a una trave con ganci di ferro conficcati nelle mani e nei piedi, mentre un fuoco ardeva sotto di lui.
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Nel 1612, all’età di 55 anni, San Giuseppe si ammalò gravemente.
Gli fu diagnosticato un tumore, e i suoi confratelli tentarono un’operazione rudimentale per salvarlo.
Durante l’intervento, il santo rifiutò di essere legato, affidandosi completamente a Dio.
Morì il 4 febbraio 1612 nel convento di Amatrice, stringendo al petto il crocifisso.

Miracoli e canonizzazione

San Giuseppe da Leonessa è noto per numerosi miracoli attribuiti alla sua intercessione.
Uno dei più celebri riguarda Giuseppe Dionisi, un bambino nato nel 1737 senza ossa nella metà inferiore del corpo.
Dopo che la madre pregò il santo e lasciò il bambino sull’altare della sua chiesa a Leonessa, il piccolo si alzò in piedi e guarì completamente.
Questo miracolo fu decisivo per la canonizzazione del santo.
Fu beatificato da Papa Clemente XII nel 1737 e canonizzato da Papa Benedetto XIV nel 1746. Nel 1952, Papa Pio XII lo proclamò patrono delle missioni in Turchia.

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Oggi, il Santuario di San Giuseppe da Leonessa è un luogo di pellegrinaggio molto frequentato.
Ogni anno, il 4 febbraio, la sua memoria viene celebrata con solenni festeggiamenti nella città natale di Leonessa e in diverse località italiane.
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