Svizzera. Il funerale dell’ecologia (in una bara di vimini).

3 Giugno 2024 - 06:54--Curiosità, Onoranze Funebri-

I Ticinesi Preferiscono Ancora le Vecchie Casse da Morto, Ma C’è Chi Progetta un “Bosco Sacro” sul Monte Ceneri.
A prima vista, sembra un grande cestino da picnic, ma non trasporterà cibo e bevande, bensì un corpo senza vita destinato al cimitero.
La bara di vimini intrecciato, sebbene non sia tra le più richieste nel deposito dei fratelli Delmenico a Pregassona, è senza dubbio particolare e curiosa.
“È l’ultimo grido in fatto di sostenibilità ambientale”, affermano i titolari.
L’Ondata del Funerale “Green”
Optare per una bara a impatto zero sembra essere il perfetto epilogo per chi ha vissuto una vita all’insegna dell’eco-sostenibilità.
Questa moda, di origine anglosassone, è arrivata in Ticino alcuni anni fa, cavalcando l’onda delle rivendicazioni ecologiste. Tuttavia, con il calo di queste ultime, anche il funerale “green” ha perso terreno alle nostre latitudini.
La Domanda Resta Bassa.
Al Centro Funerario di Lugano, dove da circa quattro anni vengono proposte tre varianti di bare eco-sostenibili (banano, ananas e salice), la domanda non è decollata. “Non hanno avuto il successo delle auto elettriche, almeno finora,” spiegano. Anche se alcuni le hanno scelte, non è un prodotto che la gente cerca spontaneamente e richiede una buona presentazione.
Le bare ecologiche, essendo di nicchia, non sono più economiche delle casse tradizionali. Dall’Arte Funeraria di Locarno confermano: “C’è chi è assolutamente contrario, altri sono incuriositi, ma mettere d’accordo più parenti su una bara non tradizionale può essere difficile.” A Locarno vendono anche bare di bambù e di cartone, quest’ultimo proveniente da foreste sostenibili e assemblato con colle di amido naturale, anche se finora solo le urne funerarie di cartone sono state richieste.
Il Mercato in Evoluzione.
Alla recente fiera internazionale dell’industria funeraria TanExpo a Bologna, il “green” è stato protagonista, con proposte come urne bio-degradabili, urne che diventano alberi e auto funebri elettriche. In Ticino, però, la domanda è ancora limitata per motivi essenzialmente culturali. Emiliano Delmenico, presidente dell’Associazione degli Impresari di onoranze funebri della Svizzera italiana, osserva che il funerale è ancora visto come un evento sociale dove si teme il giudizio degli altri, e l’influenza della religione resta più forte di quella dell’ecologismo.
La Personalizzazione delle Cerimonie.
Se le bare arcobaleno non sono ancora comuni, la personalizzazione delle cerimonie funebri sta lentamente prendendo piede. Invece delle tradizionali marce funebri, si possono ascoltare canzoni di Vasco Rossi o dei Led Zeppelin, e al posto del rosario, nella bara si possono trovare una bottiglia di vino, un pacchetto di sigarette o la sciarpa di una squadra sportiva, conferma Delmenico.
Antonio Minoretti, dell’omonima impresa funebre di Paradiso, osserva che oggi le persone tendono a essere seppellite come vivevano, con abiti casual al posto di giacche e cravatte. La sua azienda esiste dal 1970 e lui stesso, veterano del settore, ha iniziato da bambino quando i becchini erano anche falegnami.
Il Bosco Sacro sul Monte Ceneri.
In Ticino manca ancora un “bosco sacro” dedicato alla dispersione delle ceneri dei defunti, nonostante l’abbondanza di boschi. L’Associazione degli Impresari di onoranze funebri della Svizzera italiana (ASIIOF) sta cercando di colmare questa lacuna, con l’idea di creare un luogo dove i parenti possano onorare i propri cari a contatto con la natura. Emiliano Delmenico vede nel Monte Ceneri la posizione ideale per questo progetto.
Nonostante le difficoltà iniziali, l’ASIIOF non demorde e continua a cercare un luogo adatto. Un primo tentativo di creare un “bosco sacro” risale al 2019, ma non ebbe seguito nonostante il favore iniziale del comune di Taverne.

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I Ticinesi Preferiscono Ancora le Vecchie Casse da Morto, Ma C’è Chi Progetta un “Bosco Sacro” sul Monte Ceneri.
A prima vista, sembra un grande cestino da picnic, ma non trasporterà cibo e bevande, bensì un corpo senza vita destinato al cimitero.
La bara di vimini intrecciato, sebbene non sia tra le più richieste nel deposito dei fratelli Delmenico a Pregassona, è senza dubbio particolare e curiosa.
“È l’ultimo grido in fatto di sostenibilità ambientale”, affermano i titolari.
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Optare per una bara a impatto zero sembra essere il perfetto epilogo per chi ha vissuto una vita all’insegna dell’eco-sostenibilità.
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La Domanda Resta Bassa.
Al Centro Funerario di Lugano, dove da circa quattro anni vengono proposte tre varianti di bare eco-sostenibili (banano, ananas e salice), la domanda non è decollata. “Non hanno avuto il successo delle auto elettriche, almeno finora,” spiegano. Anche se alcuni le hanno scelte, non è un prodotto che la gente cerca spontaneamente e richiede una buona presentazione.
Le bare ecologiche, essendo di nicchia, non sono più economiche delle casse tradizionali. Dall’Arte Funeraria di Locarno confermano: “C’è chi è assolutamente contrario, altri sono incuriositi, ma mettere d’accordo più parenti su una bara non tradizionale può essere difficile.” A Locarno vendono anche bare di bambù e di cartone, quest’ultimo proveniente da foreste sostenibili e assemblato con colle di amido naturale, anche se finora solo le urne funerarie di cartone sono state richieste.
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Antonio Minoretti, dell’omonima impresa funebre di Paradiso, osserva che oggi le persone tendono a essere seppellite come vivevano, con abiti casual al posto di giacche e cravatte. La sua azienda esiste dal 1970 e lui stesso, veterano del settore, ha iniziato da bambino quando i becchini erano anche falegnami.
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Nonostante le difficoltà iniziali, l’ASIIOF non demorde e continua a cercare un luogo adatto. Un primo tentativo di creare un “bosco sacro” risale al 2019, ma non ebbe seguito nonostante il favore iniziale del comune di Taverne.

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