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Mondo dell’arte in lutto per la scomparsa di Enzo Pazzagli.

Mondo dell’arte in lutto per la scomparsa di Enzo Pazzagli, l’eclettico artista considerato il caposcuola del lastrismo. Nato a Pietraviva di Bucine, ha vissuto infanzia e adolescenza in Valdarno imparando dal padre fabbro a lavorare il ferro, materiale che ha sempre prediletto per le sue opere. Lunga l’attività creativa, partita con l’invenzione negli anni ‘50 di un brevetto di una struttura portastoffe innovativa che interessa il settore tessile e produttivo in tutta Europa. A partire dagli anni Sessanta le prime sculture in lastre di acciaio “nelle quali la ricerca del movimento sfida la staticità della materia”, scrivono i critici. È l’inizio di una carriera costellata da mostre collettive in Italia e all’estero, nel ’78 in Messico e in Germania, nell’88 a Punta Ala, nel ’90 a Firenze e nel ’99 ad Arezzo solo per citarne alcune. E di riconoscimenti come il premio “Le Muse” per l’arte che riceve in Palazzo Vecchio a Firenze insieme a Zichichi, premiato per la scienza, e Mario Luzi per la poesia. Nel 1983, poi, realizza il “Pegaso” in acciaio simbolo ufficiale della Regione Toscana, collocato nel giardino degli uffici di Novoli, con una copia sistemata in piazza Garibaldi a Montevarchi. Città che lo omaggiò alla metà degli anni ’90 con la mostra “Trent’anni di Scultura” allestita nel chiostro di Cennano sede del Museo Paleontologico. Tra le realizzazioni di rilievo il Parco d’Arte Enzo Pazzagli a Rovezzano: 23 mila 900 metri quadri di terreno dove trovano posto più di 200 opere d’arte dotate di impianto di illuminazione notturno che le rende visibili dai treni e dalle auto di passaggio.

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