Morto Boris Spasskij, leggenda russa degli scacchi.

Il mondo degli scacchi piange la scomparsa di Boris Spasskij, ex campione del mondo e icona del gioco strategico per generazioni di appassionati. Spasskij si è spento all’età di 88 anni, come annunciato dalla Federazione Scacchistica Russa.
La sua carriera straordinaria e il suo talento hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia di questo sport.
Un campione leggendario
Nato nel 1937 a Leningrado, Spasskij divenne Grande Maestro nel 1956, il più alto riconoscimento assegnato dalla Federazione Internazionale degli Scacchi (FIDE). Fu otto volte medaglia d’oro alle Olimpiadi degli scacchi, dimostrando un’abilità straordinaria nei tornei internazionali. La sua scalata ai vertici culminò nel 1969, quando divenne campione del mondo dopo aver sconfitto Tigran Petrosjan.
La sfida del secolo
Il momento più iconico della carriera di Spasskij rimane lo scontro con Bobby Fischer nel 1972 a Reykjavík, in Islanda. Quel match, definito la “sfida del secolo”, andò ben oltre il gioco degli scacchi: si caricò di significati geopolitici, diventando un simbolo della rivalità tra Stati Uniti e Unione Sovietica in piena Guerra Fredda. Dopo quasi tre mesi di battaglia sulle 64 caselle, Spasskij perse il titolo mondiale, segnando la prima volta che un sovietico veniva sconfitto da un occidentale dal 1948.
Un’eredità duratura
Nonostante la sconfitta, Spasskij rimase una figura rispettata nel mondo degli scacchi, ammirato per la sua eleganza nel gioco e il suo atteggiamento sportivo. Continuò a competere ai massimi livelli e fu un punto di riferimento per le generazioni future. “Generazioni di giocatori studiano e continueranno a studiare le sue partite e il suo lavoro”, ha dichiarato il presidente della Federazione Scacchistica Russa, Andrei Filatov.
Con la sua scomparsa, il mondo degli scacchi perde un maestro senza tempo, il cui contributo resterà immortale nei manuali e nelle menti di chi ama questa disciplina. Boris Spasskij ha segnato un’epoca e il suo nome sarà sempre legato alla grande storia del gioco degli scacchi.
Il mondo degli scacchi piange la scomparsa di Boris Spasskij, ex campione del mondo e icona del gioco strategico per generazioni di appassionati. Spasskij si è spento all’età di 88 anni, come annunciato dalla Federazione Scacchistica Russa.
La sua carriera straordinaria e il suo talento hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia di questo sport.
Un campione leggendario
Nato nel 1937 a Leningrado, Spasskij divenne Grande Maestro nel 1956, il più alto riconoscimento assegnato dalla Federazione Internazionale degli Scacchi (FIDE). Fu otto volte medaglia d’oro alle Olimpiadi degli scacchi, dimostrando un’abilità straordinaria nei tornei internazionali. La sua scalata ai vertici culminò nel 1969, quando divenne campione del mondo dopo aver sconfitto Tigran Petrosjan.
La sfida del secolo
Il momento più iconico della carriera di Spasskij rimane lo scontro con Bobby Fischer nel 1972 a Reykjavík, in Islanda. Quel match, definito la “sfida del secolo”, andò ben oltre il gioco degli scacchi: si caricò di significati geopolitici, diventando un simbolo della rivalità tra Stati Uniti e Unione Sovietica in piena Guerra Fredda. Dopo quasi tre mesi di battaglia sulle 64 caselle, Spasskij perse il titolo mondiale, segnando la prima volta che un sovietico veniva sconfitto da un occidentale dal 1948.
Un’eredità duratura
Nonostante la sconfitta, Spasskij rimase una figura rispettata nel mondo degli scacchi, ammirato per la sua eleganza nel gioco e il suo atteggiamento sportivo. Continuò a competere ai massimi livelli e fu un punto di riferimento per le generazioni future. “Generazioni di giocatori studiano e continueranno a studiare le sue partite e il suo lavoro”, ha dichiarato il presidente della Federazione Scacchistica Russa, Andrei Filatov.
Con la sua scomparsa, il mondo degli scacchi perde un maestro senza tempo, il cui contributo resterà immortale nei manuali e nelle menti di chi ama questa disciplina. Boris Spasskij ha segnato un’epoca e il suo nome sarà sempre legato alla grande storia del gioco degli scacchi.