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La storia di corna finisce in tragedia. Legge il necrologio sul Corriere della Sera e…

Dovevo fare qualcosa, volevo giustizia, e lo dissi anche all’avvocato che cercai sull’elenco del telefono. Lo incontrai; fu molto gentile e sensibile e da subito mi comunicò fiducia. Era un uomo maturo, giovanile, e mi disse con orgoglio di avere figli e nipoti“. Comincia così la lettera di Patrizia al “Corriere della Sera” in cui racconta la sua tragica, e clandestina, storia d’amore. “Quando mi telefonò mi chiamò cara, e quella parola che avevo sentito e detto un’infinità di volte, mi suonò diversamente. Ci vedemmo, poi arrivò quel messaggio telefonico Mi hai appassionato. Non risposi, ero quasi offesa, e quando mi recai di nuovo da lui feci finta di niente, e continuammo a darci del lei. Nell’accompagnarmi alla porta mi diede due baci sulle guance e fece gli auguri di Natale sussurrandomi di nuovo: Mi hai appassionato“. Dopo poco tempo, continua, “gli inviai il messaggio che lui aspettava. Mi disse che sarebbe tornato tra due giorni e mi inviò i messaggi più belli che io avessi mai letto. Abbiamo avuto una bella storia per 8 anni fino a quando mi disse che si sarebbe dovuto operare, che la moglie e i figli si stavano occupando di lui, che in ospedale non avrebbe più potuto controllare il telefonino e che ci saremmo risentiti alla fine di tutto. Per molto tempo non seppi più niente di lui“. Finché, “lessi il suo nome sui necrologi del Corriere. Ho provato il pianto e lo strazio di una vedova, anche se un marito vivo e vegeto ce l’ho“.

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