Il Santo del giorno 13 aprile: San Martino I.

Nome: San Martino I
Titolo: Papa e martire
Nascita: 600 circa, Todi
Morte: 16 settembre 655, Cherson (Crimea)
Ricorrenza: 13 aprile
San Martino I viene eletto papa nel luglio del 649, poco dopo la morte di papa Teodoro I.
La sua consacrazione avviene senza il consenso imperiale, un gesto audace che rappresenta una sfida aperta all’imperatore bizantino Costante II.
All’epoca, Roma mostra crescente insofferenza verso l’ingerenza di Costantinopoli, e l’elezione irregolare di Martino diventa un segnale forte di autonomia.
Il nuovo pontefice era già noto per le sue doti diplomatiche e morali, avendo servito come apocrisiario a Costantinopoli.
La lotta contro l’eresia monotelita
Una delle priorità di Martino I è combattere l’eresia del monotelismo, che negava la doppia volontà umana e divina di Cristo.
Per questo motivo, nel 649 convoca il Concilio Lateranense, il primo indetto senza autorizzazione imperiale.
Al sinodo partecipano 150 vescovi che condannano due documenti imperiali: l’Ekthesis e il Typos, entrambi favorevoli al monotelismo.
Attraverso un’enciclica, Martino diffonde gli atti del concilio, rendendo pubblica la condanna e attirando l’ira dell’imperatore.
L’arresto e il processo a Costantinopoli
L’imperatore ordina l’arresto del pontefice, affidando la missione all’esarca Olimpio, che tenta prima di ottenere il Typos con la forza, poi pianifica di assassinare Martino durante la comunione.
Il tentato omicidio fallisce e Olimpio, convinto di essere testimone di un intervento divino, rinuncia e parte per la Sicilia, dove morirà.
Nel 653, un nuovo esarca, Teodoro Calliopa, riesce a catturare Martino con l’inganno e lo deporta a Costantinopoli.
Il papa, già malato, subisce un processo sommario con accuse di tradimento, viene condannato a morte, poi graziato e mandato in esilio.
La prigionia e l’esilio in Crimea
Martino I trascorre mesi di detenzione in condizioni disumane, in isolamento e debilitato dalla malattia.
Nel 655 viene esiliato a Cherson, in Crimea, dove affronta la fame, il freddo e la solitudine più assoluta.
Ciò che lo addolora maggiormente è l’abbandono da parte della stessa Chiesa di Roma, che ha già eletto un nuovo papa sotto pressione bizantina.
Nonostante le sue sofferenze, Martino resta fedele alla sua missione e alla difesa della verità.
Morte e culto postumo
San Martino I muore a Cherson il 16 settembre 655, logorato dalla prigionia e dalla malattia.
Viene sepolto nella basilica di Santa Maria ad Blachernas, dove ben presto si sviluppa un fervente culto.
Numerosi miracoli vengono attribuiti alla sua intercessione, e Martino è riconosciuto come l’ultimo papa martire della Chiesa.
In seguito, le sue reliquie vengono traslate a Roma, forse nella chiesa di San Martino ai Monti, dove il suo nome continua a essere venerato.
La Chiesa cattolica e quella ortodossa lo onorano come esempio di fede incrollabile e di coraggio contro le ingiustizie imperiali.
Nome: San Martino I
Titolo: Papa e martire
Nascita: 600 circa, Todi
Morte: 16 settembre 655, Cherson (Crimea)
Ricorrenza: 13 aprile
San Martino I viene eletto papa nel luglio del 649, poco dopo la morte di papa Teodoro I.
La sua consacrazione avviene senza il consenso imperiale, un gesto audace che rappresenta una sfida aperta all’imperatore bizantino Costante II.
All’epoca, Roma mostra crescente insofferenza verso l’ingerenza di Costantinopoli, e l’elezione irregolare di Martino diventa un segnale forte di autonomia.
Il nuovo pontefice era già noto per le sue doti diplomatiche e morali, avendo servito come apocrisiario a Costantinopoli.
La lotta contro l’eresia monotelita
Una delle priorità di Martino I è combattere l’eresia del monotelismo, che negava la doppia volontà umana e divina di Cristo.
Per questo motivo, nel 649 convoca il Concilio Lateranense, il primo indetto senza autorizzazione imperiale.
Al sinodo partecipano 150 vescovi che condannano due documenti imperiali: l’Ekthesis e il Typos, entrambi favorevoli al monotelismo.
Attraverso un’enciclica, Martino diffonde gli atti del concilio, rendendo pubblica la condanna e attirando l’ira dell’imperatore.
L’arresto e il processo a Costantinopoli
L’imperatore ordina l’arresto del pontefice, affidando la missione all’esarca Olimpio, che tenta prima di ottenere il Typos con la forza, poi pianifica di assassinare Martino durante la comunione.
Il tentato omicidio fallisce e Olimpio, convinto di essere testimone di un intervento divino, rinuncia e parte per la Sicilia, dove morirà.
Nel 653, un nuovo esarca, Teodoro Calliopa, riesce a catturare Martino con l’inganno e lo deporta a Costantinopoli.
Il papa, già malato, subisce un processo sommario con accuse di tradimento, viene condannato a morte, poi graziato e mandato in esilio.
La prigionia e l’esilio in Crimea
Martino I trascorre mesi di detenzione in condizioni disumane, in isolamento e debilitato dalla malattia.
Nel 655 viene esiliato a Cherson, in Crimea, dove affronta la fame, il freddo e la solitudine più assoluta.
Ciò che lo addolora maggiormente è l’abbandono da parte della stessa Chiesa di Roma, che ha già eletto un nuovo papa sotto pressione bizantina.
Nonostante le sue sofferenze, Martino resta fedele alla sua missione e alla difesa della verità.
Morte e culto postumo
San Martino I muore a Cherson il 16 settembre 655, logorato dalla prigionia e dalla malattia.
Viene sepolto nella basilica di Santa Maria ad Blachernas, dove ben presto si sviluppa un fervente culto.
Numerosi miracoli vengono attribuiti alla sua intercessione, e Martino è riconosciuto come l’ultimo papa martire della Chiesa.
In seguito, le sue reliquie vengono traslate a Roma, forse nella chiesa di San Martino ai Monti, dove il suo nome continua a essere venerato.
La Chiesa cattolica e quella ortodossa lo onorano come esempio di fede incrollabile e di coraggio contro le ingiustizie imperiali.