Il mistero di Q Lazzarus: la cantante fantasma che ci ha lasciato solo la sua voce.

Lasciare soltanto la propria voce: questo sembra essere stato il destino – o forse il desiderio – di Q Lazzarus, la cantante fantasma che ha attraversato il mondo della musica e del cinema come una meteora.
Niente concerti affollati. Nessuna intervista. Nessuna foto ufficiale. Solo un nome, forse nemmeno quello vero.
E una voce.
Una voce profonda, ruvida e sensuale, che molti hanno ascoltato per la prima volta in un frammento di film.
Era Philadelphia di Jonathan Demme. Una scena commovente, due minuti appena. Lei cantava: “Heaven is a place where nothing ever happens.”
Bastò quello a far nascere un culto.
Goodbye Horses: un inno senza tempo
Ma Q Lazzarus aveva già colpito nel segno anni prima, grazie a un’altra collaborazione con Demme: la sua inconfondibile interpretazione di “Goodbye Horses” accompagna una delle scene più disturbanti de Il silenzio degli innocenti.
Un brano potente, quasi ipnotico, che molti attribuirono per anni ai Talking Heads, ma che in realtà apparteneva proprio a lei.
La sua voce diventava leggenda. Eppure, nessuno sapeva chi fosse.
Q Lazzarus: una leggenda nata per caso
La storia – o forse la favola – racconta che Diane Luckey, questo il suo presunto vero nome, lavorava come tassista a New York negli anni ’80.
Un giorno, a bordo del suo taxi, salì proprio Jonathan Demme. La musica che usciva dallo stereo attirò la sua attenzione.
“È lei che canta?”, chiese.
“Sì, sono io”, rispose Diane.
Fu così che una voce anonima divenne colonna sonora di due film iconici. Ma il destino di Q Lazzarus non era quello della celebrità.
Il buio, la fuga, il silenzio
Dopo il breve momento di notorietà, scomparve.
Si parlò di Londra, di una band fondata da lei, di un successo mai realmente arrivato. Poi più nulla. Solo il silenzio.
Anni, decenni senza tracce. Qualcuno la cercava su YouTube, altri scrivevano post su forum dedicati. Nessuno trovava niente, se non quella voce. Una presenza eterea, un’assenza ingombrante.
Un incontro inaspettato: il ritorno del fantasma
Ma come tutte le leggende, anche Q Lazzarus era destinata a ricomparire.
Accadde di nuovo in un taxi, a New York. La regista Eva Aridjis salì su una macchina gialla e riconobbe subito la voce dell’autista.
“Pensa di conoscere Q Lazzarus?”
La risposta? “Ma’am, I am Q Lazzarus.”
Era davvero lei. Ancora viva, ancora con quella voce che aveva emozionato il mondo.
Q Lazzarus: un film per raccontare un mistero
Eva Aridjis e Q Lazzarus iniziarono a lavorare insieme a un documentario:
“Goodbye Horses: the many lives of Q Lazzarus.”
Una pellicola che racconta le luci e le ombre di una donna straordinaria, che ha attraversato la vita come un enigma: droga, prostituzione, solitudine, musica.
Ma proprio quando il film stava per essere completato, la vita ha richiamato Diane al suo destino.
Il paradiso in una canzone
Q Lazzarus se n’è andata così come ha vissuto: in silenzio, lasciando una traccia invisibile ma potentissima.
Non serviva un’immagine, bastava la sua voce per suggerire che un paradiso esiste davvero, anche se per pochi minuti, anche se solo in una canzone.
Un paradiso in cui “la banda suona la mia canzone preferita”.
Un paradiso dove, anche dopo l’ultimo bacio, tutto può ricominciare.
La morte di una voce eterna
Diane Luckey, in arte Q Lazzarus, è morta nel 2022 a 61 anni, poco prima della conclusione del documentario sulla sua vita.
Un’uscita di scena perfettamente coerente con il mistero che l’ha sempre circondata.
Laura Persico Pezzino
Lasciare soltanto la propria voce: questo sembra essere stato il destino – o forse il desiderio – di Q Lazzarus, la cantante fantasma che ha attraversato il mondo della musica e del cinema come una meteora.
Niente concerti affollati. Nessuna intervista. Nessuna foto ufficiale. Solo un nome, forse nemmeno quello vero.
E una voce.
Una voce profonda, ruvida e sensuale, che molti hanno ascoltato per la prima volta in un frammento di film.
Era Philadelphia di Jonathan Demme. Una scena commovente, due minuti appena. Lei cantava: “Heaven is a place where nothing ever happens.”
Bastò quello a far nascere un culto.
Goodbye Horses: un inno senza tempo
Ma Q Lazzarus aveva già colpito nel segno anni prima, grazie a un’altra collaborazione con Demme: la sua inconfondibile interpretazione di “Goodbye Horses” accompagna una delle scene più disturbanti de Il silenzio degli innocenti.
Un brano potente, quasi ipnotico, che molti attribuirono per anni ai Talking Heads, ma che in realtà apparteneva proprio a lei.
La sua voce diventava leggenda. Eppure, nessuno sapeva chi fosse.
Q Lazzarus: una leggenda nata per caso
La storia – o forse la favola – racconta che Diane Luckey, questo il suo presunto vero nome, lavorava come tassista a New York negli anni ’80.
Un giorno, a bordo del suo taxi, salì proprio Jonathan Demme. La musica che usciva dallo stereo attirò la sua attenzione.
“È lei che canta?”, chiese.
“Sì, sono io”, rispose Diane.
Fu così che una voce anonima divenne colonna sonora di due film iconici. Ma il destino di Q Lazzarus non era quello della celebrità.
Il buio, la fuga, il silenzio
Dopo il breve momento di notorietà, scomparve.
Si parlò di Londra, di una band fondata da lei, di un successo mai realmente arrivato. Poi più nulla. Solo il silenzio.
Anni, decenni senza tracce. Qualcuno la cercava su YouTube, altri scrivevano post su forum dedicati. Nessuno trovava niente, se non quella voce. Una presenza eterea, un’assenza ingombrante.
Un incontro inaspettato: il ritorno del fantasma
Ma come tutte le leggende, anche Q Lazzarus era destinata a ricomparire.
Accadde di nuovo in un taxi, a New York. La regista Eva Aridjis salì su una macchina gialla e riconobbe subito la voce dell’autista.
“Pensa di conoscere Q Lazzarus?”
La risposta? “Ma’am, I am Q Lazzarus.”
Era davvero lei. Ancora viva, ancora con quella voce che aveva emozionato il mondo.
Q Lazzarus: un film per raccontare un mistero
Eva Aridjis e Q Lazzarus iniziarono a lavorare insieme a un documentario:
“Goodbye Horses: the many lives of Q Lazzarus.”
Una pellicola che racconta le luci e le ombre di una donna straordinaria, che ha attraversato la vita come un enigma: droga, prostituzione, solitudine, musica.
Ma proprio quando il film stava per essere completato, la vita ha richiamato Diane al suo destino.
Il paradiso in una canzone
Q Lazzarus se n’è andata così come ha vissuto: in silenzio, lasciando una traccia invisibile ma potentissima.
Non serviva un’immagine, bastava la sua voce per suggerire che un paradiso esiste davvero, anche se per pochi minuti, anche se solo in una canzone.
Un paradiso in cui “la banda suona la mia canzone preferita”.
Un paradiso dove, anche dopo l’ultimo bacio, tutto può ricominciare.
La morte di una voce eterna
Diane Luckey, in arte Q Lazzarus, è morta nel 2022 a 61 anni, poco prima della conclusione del documentario sulla sua vita.
Un’uscita di scena perfettamente coerente con il mistero che l’ha sempre circondata.
Laura Persico Pezzino