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Grosseto. Lacrime e dolore per la principessa Maria Sole.

È una principessa Maria Sole. Lo è anche quando arriva nella sua piccola bara bianca, con il carro funebre dello stesso colore. Al volante c’è una donna con i capelli biondi e il cappello da autista in testa, quel tocco gentile per accompagnare la bambina alla chiesa del Cottolengo, dove ieri si è aperta la camera ardente e dove questa mattina saranno celebrati i funerali. La gente in piazza si mette in cerchio appena il carro funebre bianco fa il suo ingresso e si ferma davanti alla grande scalinata che porta alla chiesa: in cima, ad aspettare l’ingresso di Maria Sole ci sono don Gian Paolo Marchetti e don Stefano Papini. È una piccola bara bianca quella che sfila in mezzo a chi era ieri ad aspettare l’arrivo della bambina, uccisa a 8 anni da una malattia che le ha portato via sogni e sorriso. Ci sono tutti. Tutti senza etichette, tutti uguali, senza ruoli, senza titoli, senza identità di fronte a quel feretro e a quei genitori, Leonardo Marras e Isabella Sichi, che stanno accompagnando la loro bambina nel suo ultimo viaggio.

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