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Funerali e biotestamento.

Alzi la mano chi non ha mai immaginato il proprio funerale? Quando, per gioco, mi è capitato di pensarci mi è venuta in mente qualche domanda stupidella del genere: come vorrò essere vestita? Sportiva o elegante? Come terrò le mani? Incrociate sul petto o sulla pancia? Quale anello vorrei? L’ultimo che mi hanno regalato? Tutte scemenze che ballonzolano intorno ai veri interrogativi sul mistero della morte, il grande limite, la definitiva barriera architettonica, l’ultimo atto di una vita bellissima e fortunata (sì, avete letto bene: fortunata, perché, nonostante la Sclerosi Multipla, rientro in quella parte privilegiata di mondo che mangia, beve e dorme senza troppi problemi, ha accesso alla scuola e ai farmaci, e ha un tetto caldo dove riposare). Nonostante il mistero, qualcosa mi è chiaro però: bara non laccata, cremazione e rifiuto di qualsiasi genere di accanimento terapeutico. In attesa dell’approvazione definitiva della benedetta legge sul testamento biologico, ringrazio papa Francesco per aver ricordato, giovedì scorso, la solidarietà dalla quale ognuno dovrebbe essere circondato alla fine della propria vita. E penso, allora, ai funerali negati dalla Chiesa a Pier Giorgio Welby. Un vero peccato.

Fiamma Satta

fonte: diversamenteaff-abile.gazzetta.it

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