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I funerali di Boris Pasternak tra musica, donne, amici e spie: spunta il filmato nella dacia.

La notizia ufficiale era stata data con un unico necrologio in caratteri piccolissimi sull’ultima pagina della “Literaturnaya Gazeta”. Dal Fondo letterario (una specie di cassa mutua) e non dall’Unione degli scrittori che lo aveva espulso dopo la pubblicazione del “Dottor Zivago”. Eppure quel due giugno del 1960 si radunarono in centinaia nel giardino della dacia di Peredelkino, il villaggio degli artisti alle porte di Mosca, per dare l’ultimo saluto al grande scrittore Boris Pasternak. Krusciov col suo disgelo lo aveva illuso che il romanzo-epopea, fortemente critico nei confronti dell’Urss, potesse vedere la luce. Lo stesso Segretario generale aveva poi trasformato Pasternak in una “non persona”, costretta a negare di aver autorizzato la fuga all’estero del manoscritto e a rifiutare il premio Nobel.

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