Santa Maria Maddalena e il sarchiapone: tradizioni di Atrani.

Ogni 22 luglio, gli atranesi celebrano con orgoglio la festa della loro protettrice, Santa Maria Maddalena.
Michele Buonocore, vigile urbano, ma anche poeta e cultore della storia e delle tradizioni locali, racconta di una nenia antica tramandata dal nonno Leonardo Frasca alla figlia Rita:

“Che bella festa fanno sti ‘tranise:
dint’ a nu vico astritto, ‘o paraviso.
‘A festa loro ‘a fanno cu divuzione
e tèneno p’ avvocato ‘o sarchiapone.
Mimì Mimì Mimì
vièstete ampresso si vuo’ venì’
â chiazza i’ te porto
t’accatto ‘e castagne c’ ‘o gigtegì.
Mimì Mimì Mimì
tutte ll’ingrese stanno a guardà
cu ‘e ‘tranise e c’ ‘a società.”

Tuttavia, gli abitanti degli altri paesi della Costa non condividevano lo stesso entusiasmo e li canzonavano con questa strofetta:

“‘A campana ca sona / ‘a botta ca ‘ntrona / ‘a banda ca stona… / vì’ che festone!”.

Nonostante ciò, gli atranesi sono noti per la magnificenza delle loro celebrazioni: luminarie spettacolari, bande musicali rinomate e fuochi d’artificio impressionanti.
Un sindaco del dopoguerra, Gabriele Di Benedetto, assicurava che i fuochi d’artificio superassero sempre quelli delle città vicine.
Un elemento irrinunciabile del menù della festa è il sarchiapone, una pietanza a base di zucca lunga ripiena.
La ricetta tradizionale prevede:

«carne triturata e soffritta in sugna; si aggiungono poi: uova battute, in proporzione alla quantità di cannelloni da preparare, formaggio parmigiano (o pecorino) grattugiato, pepe, il sale necessario e, secondo i gusti, qualche aroma o qualche foglia di basilico o di prezzemolo (È preferibile non aggiungere aromi o foglie aromatiche). Imbottiti i cannelloni di zucchetta, si dispongono in file in un grosso ruoto e si soffriggono alquanto in olio o sugna per asciugarli ed insaporirli. Si condiscono, poi, con abbondante sugo di ragù preparato a parte e si passano al forno a calore normale fino a cottura delle zucchette ed alla concentrazione desiderata del sugo. Si può aggiungere, se piace, formaggio e pepe».

La preparazione era un segreto custodito gelosamente da “don” Vittorio Prota, ma Achille Talarico, noto gastronomo, ne ha condiviso una versione nel suo libro “Gastronomia salernitana di ieri e di oggi”.
Inoltre, si ritiene che questa pietanza abbia origini calabresi, dove le “cocuzze longhe” sono un piatto tipico delle feste.
La festa di Santa Maria Maddalena rimane un evento centrale per la comunità di Atrani, unendo tradizione, devozione e gastronomia.

VP

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Michele Buonocore, vigile urbano, ma anche poeta e cultore della storia e delle tradizioni locali, racconta di una nenia antica tramandata dal nonno Leonardo Frasca alla figlia Rita:

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La ricetta tradizionale prevede:

«carne triturata e soffritta in sugna; si aggiungono poi: uova battute, in proporzione alla quantità di cannelloni da preparare, formaggio parmigiano (o pecorino) grattugiato, pepe, il sale necessario e, secondo i gusti, qualche aroma o qualche foglia di basilico o di prezzemolo (È preferibile non aggiungere aromi o foglie aromatiche). Imbottiti i cannelloni di zucchetta, si dispongono in file in un grosso ruoto e si soffriggono alquanto in olio o sugna per asciugarli ed insaporirli. Si condiscono, poi, con abbondante sugo di ragù preparato a parte e si passano al forno a calore normale fino a cottura delle zucchette ed alla concentrazione desiderata del sugo. Si può aggiungere, se piace, formaggio e pepe».

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Inoltre, si ritiene che questa pietanza abbia origini calabresi, dove le “cocuzze longhe” sono un piatto tipico delle feste.
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