urne cinerarie paolo imeri cremazione

Crescente preferenza degli italiani per la cremazione: quali impatti sull’ambiente? Preoccupazione espressa dai medici.

26 Gennaio 2024 - 11:14--Cremazione-

I professionisti sono profondamente inquieti per l’impensabile crescita delle cremazioni, temendo possibili danni ambientali. In quest’era attuale, la cremazione è diventata una pratica estremamente diffusa, con oltre 240.000 italiani che la scelgono ogni anno. Tuttavia, nonostante la sua popolarità, questo metodo ha radici antiche risalenti addirittura a 17.000 anni fa, nel periodo preistorico, come attestato dalle tracce di corpi cremati in siti archeologici nel Medio Oriente neolitico.
La cremazione ebbe la sua prima grande diffusione in Europa nel 2.000 a.C., nelle regioni attraversate dal Danubio. Oggi, pur essendo ampiamente adottata, emerge una crescente preoccupazione per i suoi potenziali danni all’ambiente.
Gli impatti ambientali della cremazione sono oggetto di attenzione. Mentre la pratica ha sperimentato un notevole aumento negli ultimi anni, gli esperti avvertono che le emissioni provenienti dai forni crematori possono essere dannose per l’atmosfera terrestre. Durante il processo, vengono prodotti monossido di carbonio, ossidi di azoto, zolfo, composti organici e inorganici e metalli pesanti.
Inoltre, c’è il rischio di rilascio di mercurio, specialmente se i defunti hanno otturazioni dentali contenenti questa sostanza metallica. Tutte queste sostanze vengono rilasciate nell’aria, sollevando preoccupazioni tra i medici italiani che hanno lanciato l’allarme per prevenire la dispersione di pericolose sostanze in città.
In Italia, ci sono attualmente 87 forni crematori, prevalentemente concentrati nel Centro-Nord, anche se la pratica sta diventando sempre più diffusa nel Sud. L’aumento delle richieste di nuovi impianti preoccupa gli esperti, poiché ciò potrebbe aggravare il livello complessivo di inquinamento. L’Associazione italiana dei medici per l’ambiente ha sottolineato che un elevato numero di forni crematori avrebbe impatti negativi sull’ambiente e sulla salute di migliaia di persone.
La crescente attenzione al problema dell’inquinamento atmosferico, in un’epoca in cui il cambiamento climatico è un tema centrale, ha portato a una maggiore sensibilizzazione pubblica. Da notare che i forni crematori sono impiegati anche per la cremazione delle carcasse animali, il che aggiunge ulteriori preoccupazioni. I medici ribadiscono che le sostanze rilasciate nell’aria possono percorrere lunghe distanze e contaminare suolo, falde acquifere e catena alimentare. La possibile soluzione, suggeriscono gli esperti, potrebbe essere l’implementazione di impianti innovativi in grado di minimizzare l’impatto negativo sull’ambiente.

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La cremazione ebbe la sua prima grande diffusione in Europa nel 2.000 a.C., nelle regioni attraversate dal Danubio. Oggi, pur essendo ampiamente adottata, emerge una crescente preoccupazione per i suoi potenziali danni all’ambiente.
Gli impatti ambientali della cremazione sono oggetto di attenzione. Mentre la pratica ha sperimentato un notevole aumento negli ultimi anni, gli esperti avvertono che le emissioni provenienti dai forni crematori possono essere dannose per l’atmosfera terrestre. Durante il processo, vengono prodotti monossido di carbonio, ossidi di azoto, zolfo, composti organici e inorganici e metalli pesanti.
Inoltre, c’è il rischio di rilascio di mercurio, specialmente se i defunti hanno otturazioni dentali contenenti questa sostanza metallica. Tutte queste sostanze vengono rilasciate nell’aria, sollevando preoccupazioni tra i medici italiani che hanno lanciato l’allarme per prevenire la dispersione di pericolose sostanze in città.
In Italia, ci sono attualmente 87 forni crematori, prevalentemente concentrati nel Centro-Nord, anche se la pratica sta diventando sempre più diffusa nel Sud. L’aumento delle richieste di nuovi impianti preoccupa gli esperti, poiché ciò potrebbe aggravare il livello complessivo di inquinamento. L’Associazione italiana dei medici per l’ambiente ha sottolineato che un elevato numero di forni crematori avrebbe impatti negativi sull’ambiente e sulla salute di migliaia di persone.
La crescente attenzione al problema dell’inquinamento atmosferico, in un’epoca in cui il cambiamento climatico è un tema centrale, ha portato a una maggiore sensibilizzazione pubblica. Da notare che i forni crematori sono impiegati anche per la cremazione delle carcasse animali, il che aggiunge ulteriori preoccupazioni. I medici ribadiscono che le sostanze rilasciate nell’aria possono percorrere lunghe distanze e contaminare suolo, falde acquifere e catena alimentare. La possibile soluzione, suggeriscono gli esperti, potrebbe essere l’implementazione di impianti innovativi in grado di minimizzare l’impatto negativo sull’ambiente.

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