A Badia Polesine il Tempio crematorio lombardo pronto ad un confronto con la popolazione.

20 Maggio 2024 - 07:46--Cremazione, Forni Crematori-

In risposta alle dichiarazioni pubbliche del consigliere comunale Luca Giusberti, rivolte anche al sindaco Giovanni Rossi, l’amministratore del “Tempio Crematorio Lombardo Srl”, Daniele Schena, ha preso parola riguardo le affermazioni fatte dal consigliere sia in consiglio comunale che durante la riunione del 14 maggio scorso a Crocetta.
Come proponenti presso il Comune di Badia Polesine per la progettazione, costruzione e gestione di un Forno Crematorio presso il Cimitero della frazione di Crocetta, il Tempio Crematorio intende chiarire alcune argomentazioni emerse dalle dichiarazioni del consigliere Giusberti e durante l’assemblea pubblica del comitato “No Forno Crematorio”.
“Nella suddetta assemblea – si legge nel documento – il Forno Crematorio è stato paragonato a un inceneritore: la normativa vigente li equipara, ma solo perché in Italia attualmente non esiste una classificazione specifica per i crematori. Il legislatore ha quindi applicato le normative più rigorose degli inceneritori ai crematori, senza considerare che la quantità e la qualità di ciò che viene bruciato non sono le stesse”.
A titolo di esempio, un inceneritore di piccole dimensioni è autorizzato a emettere fino a 80.000 mc/h, mentre un crematorio come quello ipotizzato a Crocetta (con due linee di combustione) è autorizzato a un’emissione massima di 1.600 mc/h. Daniele Schena, rappresentante legale di una delle società dell’ATI, ha definito fuorviante l’affermazione fatta a Crocetta secondo cui “ogni 100 cremazioni un impianto produrrebbe circa 1 kg di mercurio”.
“Ci piacerebbe sapere – chiede l’amministratore – da quale fonte scientifica sia stato desunto questo dato, poiché analisi comprovate mostrano che ogni 100 cremazioni vengono emessi in realtà 1,27 grammi di mercurio”.
Secondo il comunicato del Tempio, un moderno Forno Crematorio rispetta ampiamente le normative sulle emissioni in atmosfera, che in Veneto sono tra le più restrittive in Italia. L’impianto di post-combustione, i reagenti utilizzati per abbattere le sostanze emesse e il sistema di filtri a maniche garantiscono un’elevata efficienza.
“Non dimentichiamo poi – continua il documento – che la legge prevede controlli periodici obbligatori, effettuati da società esterne certificate, i cui dati vengono visionati da Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente)”.
L’amministratore del Tempio conclude manifestando la disponibilità a qualsiasi confronto con la popolazione per garantire la divulgazione di dati puntuali e oggettivi, raccolti trimestralmente presso la loro struttura di Albosaggia (SO): “dati non influenzabili da preconcetti o interpretazioni in malafede”.

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Come proponenti presso il Comune di Badia Polesine per la progettazione, costruzione e gestione di un Forno Crematorio presso il Cimitero della frazione di Crocetta, il Tempio Crematorio intende chiarire alcune argomentazioni emerse dalle dichiarazioni del consigliere Giusberti e durante l’assemblea pubblica del comitato “No Forno Crematorio”.
“Nella suddetta assemblea – si legge nel documento – il Forno Crematorio è stato paragonato a un inceneritore: la normativa vigente li equipara, ma solo perché in Italia attualmente non esiste una classificazione specifica per i crematori. Il legislatore ha quindi applicato le normative più rigorose degli inceneritori ai crematori, senza considerare che la quantità e la qualità di ciò che viene bruciato non sono le stesse”.
A titolo di esempio, un inceneritore di piccole dimensioni è autorizzato a emettere fino a 80.000 mc/h, mentre un crematorio come quello ipotizzato a Crocetta (con due linee di combustione) è autorizzato a un’emissione massima di 1.600 mc/h. Daniele Schena, rappresentante legale di una delle società dell’ATI, ha definito fuorviante l’affermazione fatta a Crocetta secondo cui “ogni 100 cremazioni un impianto produrrebbe circa 1 kg di mercurio”.
“Ci piacerebbe sapere – chiede l’amministratore – da quale fonte scientifica sia stato desunto questo dato, poiché analisi comprovate mostrano che ogni 100 cremazioni vengono emessi in realtà 1,27 grammi di mercurio”.
Secondo il comunicato del Tempio, un moderno Forno Crematorio rispetta ampiamente le normative sulle emissioni in atmosfera, che in Veneto sono tra le più restrittive in Italia. L’impianto di post-combustione, i reagenti utilizzati per abbattere le sostanze emesse e il sistema di filtri a maniche garantiscono un’elevata efficienza.
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L’amministratore del Tempio conclude manifestando la disponibilità a qualsiasi confronto con la popolazione per garantire la divulgazione di dati puntuali e oggettivi, raccolti trimestralmente presso la loro struttura di Albosaggia (SO): “dati non influenzabili da preconcetti o interpretazioni in malafede”.

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