Citazioni per il commiato. Clare Harner, Immortalità.

Il commiato è un momento carico di emozioni e significati profondi.
Segna il tempo del saluto, specialmente quello funebre, che avvolge il momento del distacco da chi abbiamo amato.
Attraverso poesie, citazioni e brani scelti con cura, la rubrica settimanale “Citazioni per il Commiato” offre uno spazio di riflessione, conforto e memoria.
Serve a ricordare chi non c’è più e a trovare una connessione con se stessi.
Immortalità
Clare Harner, rivista di poesia The Gypsy, dicembre 1934
Non stare sulla mia tomba a piangere, non sono lì, non dormo
Sono i mille venti che soffiano, sono i luccichii di diamante nella neve
sono la luce del sole sul grano maturo, sono la dolce pioggia autunnale.
Mentre ti svegli con il silenzio mattutino,
io sono il rapido impeto di uccelli silenziosi in volo circolare,
io sono il giorno che trascende la notte.
Non stare in piedi sulla mia tomba a piangere
Non sono lì, non sono morto.
Clare Harner e la sua poesia “Immortalità”
Clare Harner (1909–1977) è stata una poetessa americana, famosa per Immortalità (Immortality), scritta nel 1934.
Questa poesia, con il celebre verso iniziale “Do not stand by my grave and weep”, è diventata un classico delle commemorazioni funebri. Trasmette un messaggio di speranza e continuità oltre la morte.
Origine e pubblicazione
Harner scrisse Immortalità dopo la morte improvvisa del fratello.
La poesia apparve per la prima volta nel dicembre 1934 sulla rivista The Gypsy e poco dopo nei giornali del Kansas e del Missouri.
Il suo messaggio universale la rese rapidamente popolare come elogio funebre, entrando nelle cerimonie commemorative.
Attribuzioni errate e diffusione
Molti hanno attribuito erroneamente Immortalità alle tribù Hopi o Navajo o alla poetessa Mary Elizabeth Frye.
Frye distribuì copie della poesia con il proprio nome, contribuendo alla confusione.
Nonostante le controversie, oggi gli studiosi riconoscono Clare Harner come l’autrice autentica.
Versioni e adattamenti
Nel tempo, la poesia ha subito alcune modifiche.
Molte culture l’hanno incisa su lapidi e monumenti, come il memoriale dell’Everest a Chukpi Lhara e la lapide di Charles Bronson.
John Wayne la lesse al funerale del regista Howard Hawks. Inoltre, compare in film, serie TV e adattamenti musicali.
La poesia nella cultura di massa
L’impatto culturale di questa poesia è stato profondo.
Nel 1995, un padre in lutto la lesse alla BBC per ricordare il figlio caduto in Irlanda del Nord. Il giovane l’aveva lasciata tra i suoi effetti personali.
Nella serie Netflix After Life, la moglie del protagonista la recita in un video d’addio.
Inoltre, viene declamata nel funerale di Sir Freddy Butler in un episodio di L’ispettore Barnaby.
Un messaggio di speranza oltre la morte
Il successo di Immortalità nasce dal suo messaggio di conforto e continuità dell’esistenza.
Clare Harner invita a vedere la morte non come una fine, ma come una trasformazione.
I nostri cari continuano a esistere in altre forme, nelle forze della natura e nei ricordi di chi li ama.
Questa poesia resta una delle più toccanti testimonianze sul lutto e la speranza, offrendo conforto a chi affronta una perdita.
Il commiato è un momento carico di emozioni e significati profondi.
Segna il tempo del saluto, specialmente quello funebre, che avvolge il momento del distacco da chi abbiamo amato.
Attraverso poesie, citazioni e brani scelti con cura, la rubrica settimanale “Citazioni per il Commiato” offre uno spazio di riflessione, conforto e memoria.
Serve a ricordare chi non c’è più e a trovare una connessione con se stessi.
Immortalità
Clare Harner, rivista di poesia The Gypsy, dicembre 1934
Non stare sulla mia tomba a piangere, non sono lì, non dormo
Sono i mille venti che soffiano, sono i luccichii di diamante nella neve
sono la luce del sole sul grano maturo, sono la dolce pioggia autunnale.
Mentre ti svegli con il silenzio mattutino,
io sono il rapido impeto di uccelli silenziosi in volo circolare,
io sono il giorno che trascende la notte.
Non stare in piedi sulla mia tomba a piangere
Non sono lì, non sono morto.
Clare Harner e la sua poesia “Immortalità”
Clare Harner (1909–1977) è stata una poetessa americana, famosa per Immortalità (Immortality), scritta nel 1934.
Questa poesia, con il celebre verso iniziale “Do not stand by my grave and weep”, è diventata un classico delle commemorazioni funebri. Trasmette un messaggio di speranza e continuità oltre la morte.
Origine e pubblicazione
Harner scrisse Immortalità dopo la morte improvvisa del fratello.
La poesia apparve per la prima volta nel dicembre 1934 sulla rivista The Gypsy e poco dopo nei giornali del Kansas e del Missouri.
Il suo messaggio universale la rese rapidamente popolare come elogio funebre, entrando nelle cerimonie commemorative.
Attribuzioni errate e diffusione
Molti hanno attribuito erroneamente Immortalità alle tribù Hopi o Navajo o alla poetessa Mary Elizabeth Frye.
Frye distribuì copie della poesia con il proprio nome, contribuendo alla confusione.
Nonostante le controversie, oggi gli studiosi riconoscono Clare Harner come l’autrice autentica.
Versioni e adattamenti
Nel tempo, la poesia ha subito alcune modifiche.
Molte culture l’hanno incisa su lapidi e monumenti, come il memoriale dell’Everest a Chukpi Lhara e la lapide di Charles Bronson.
John Wayne la lesse al funerale del regista Howard Hawks. Inoltre, compare in film, serie TV e adattamenti musicali.
La poesia nella cultura di massa
L’impatto culturale di questa poesia è stato profondo.
Nel 1995, un padre in lutto la lesse alla BBC per ricordare il figlio caduto in Irlanda del Nord. Il giovane l’aveva lasciata tra i suoi effetti personali.
Nella serie Netflix After Life, la moglie del protagonista la recita in un video d’addio.
Inoltre, viene declamata nel funerale di Sir Freddy Butler in un episodio di L’ispettore Barnaby.
Un messaggio di speranza oltre la morte
Il successo di Immortalità nasce dal suo messaggio di conforto e continuità dell’esistenza.
Clare Harner invita a vedere la morte non come una fine, ma come una trasformazione.
I nostri cari continuano a esistere in altre forme, nelle forze della natura e nei ricordi di chi li ama.
Questa poesia resta una delle più toccanti testimonianze sul lutto e la speranza, offrendo conforto a chi affronta una perdita.