Volevo portare la salma di mio figlio al paese. La burocrazia non ha pietà.
Volevo portare la salma di mio figlio al paese. La burocrazia non ha pietà.
Pur essendo una stradina dritta e stretta, a via del Verano ti ci puoi perdere. Se hai la sventura di mettere piede negli uffici allineati uno appresso all’altro, rischi di rimanerci prigioniero per giorni e giorni, preso nella morsa di una burocrazia delle carte più complicata di quella dei Borboni. Ne ho esperienza personale. Rimbalzato per oltre una settimana da un ufficio all’altro. La storia è questa. Io e mia moglie avevamo deciso di trasferire i resti di nostro figlio Giuseppe, morto nel 1995. Erano custoditi in una cassetta nel cimitero romano di Isola Farnese, sulla Cassia. Volevamo portarli a Castellabate, nel Cilento, nostro paese d’origine.
Pur essendo una stradina dritta e stretta, a via del Verano ti ci puoi perdere. Se hai la sventura di mettere piede negli uffici allineati uno appresso all’altro, rischi di rimanerci prigioniero per giorni e giorni, preso nella morsa di una burocrazia delle carte più complicata di quella dei Borboni. Ne ho esperienza personale. Rimbalzato per oltre una settimana da un ufficio all’altro. La storia è questa. Io e mia moglie avevamo deciso di trasferire i resti di nostro figlio Giuseppe, morto nel 1995. Erano custoditi in una cassetta nel cimitero romano di Isola Farnese, sulla Cassia. Volevamo portarli a Castellabate, nel Cilento, nostro paese d’origine.