Biella. Lo scandalo del forno crematorio: tutti vogliono patteggiare.
È’ stata chiusa in modo definitivo lunedì l’inchiesta per lo scandalo del forno crematorio di Biella. Tutti gli undici indagati hanno chiesto di patteggiare, persino i due principali indagati, Alessandro e Marco Ravetti, fratelli, 39 e 35 anni, il primo presidente e amministratore delegato della Socrebi (la società che aveva in concessione la struttura), il secondo amministratore delegato. I due sono difesi dagli avvocati Marco Bozzalla di Biella e Antonio Francesco Morone di Torino. Per loro la pena ipotizzata dovrebbe essere più pesante, probabilmente il massimo consentito o poco meno.
Toccherà ora al procuratore capo, Teresa Angela Camelio, che ha coordinato l’inchiesta, analizzare le istanze depositate da tutti i difensori, accogliere oppure respingere le richieste. In caso contrario, il caso potrebbe approdare a un dibattimento che, per tutta la sua durata, avrebbe puntati addosso i media della penisola.
Anche gli altri nove imputati hanno presentato tramite i loro legali istanza di patteggiamento, compreso l’autista della Seab accusato di aver ricevuto dei soldi in cambio del trasporto in discari ca dei rifiuti cimiteriale, bare comprese.
È’ stata chiusa in modo definitivo lunedì l’inchiesta per lo scandalo del forno crematorio di Biella. Tutti gli undici indagati hanno chiesto di patteggiare, persino i due principali indagati, Alessandro e Marco Ravetti, fratelli, 39 e 35 anni, il primo presidente e amministratore delegato della Socrebi (la società che aveva in concessione la struttura), il secondo amministratore delegato. I due sono difesi dagli avvocati Marco Bozzalla di Biella e Antonio Francesco Morone di Torino. Per loro la pena ipotizzata dovrebbe essere più pesante, probabilmente il massimo consentito o poco meno.
Toccherà ora al procuratore capo, Teresa Angela Camelio, che ha coordinato l’inchiesta, analizzare le istanze depositate da tutti i difensori, accogliere oppure respingere le richieste. In caso contrario, il caso potrebbe approdare a un dibattimento che, per tutta la sua durata, avrebbe puntati addosso i media della penisola.
Anche gli altri nove imputati hanno presentato tramite i loro legali istanza di patteggiamento, compreso l’autista della Seab accusato di aver ricevuto dei soldi in cambio del trasporto in discari ca dei rifiuti cimiteriale, bare comprese.