9 marzo 2016. Muore Florence Arthaud, la fidanzata dell’Atlantico.

9 Marzo 2025 - 00:10--Anniversari-
Florence Arthaud

Florence Arthaud nacque il 28 ottobre 1957 a Boulogne-Billancourt, in Francia.
Figlia di Jacques Arthaud, direttore della casa editrice grenoblese Arthaud, entrò in contatto con il mondo della navigazione fin da bambina.
Insieme al padre e al fratello Jean-Marie, iniziò a esplorare il mare e si unì al club di vela di Antibes, dove affinò le sue competenze.

A soli 17 anni, un grave incidente d’auto la costrinse a una lunga convalescenza.
Dopo sei mesi in ospedale e due anni di riabilitazione, la giovane velista trovò nella navigazione un modo per riprendersi.
A 18 anni attraversò per la prima volta l’Atlantico, un’esperienza che segnò il suo futuro.

La carriera e il trionfo nella Route du Rhum

Florence Arthaud si impose rapidamente nel mondo della vela.
Partecipò alla prima edizione della Route du Rhum nel 1978, classificandosi all’11° posto.
Nel 1986, durante una competizione, captò l’SOS del collega Loïc Caradec, ma quando giunse sul luogo dell’incidente trovò solo il suo catamarano capovolto.
Nel 1990 stabilì un nuovo record per la traversata dell’Atlantico del nord in solitaria, completandola in 9 giorni, 21 ore e 42 minuti.
Pochi mesi dopo, realizzò l’impresa più importante della sua carriera: vinse la Route du Rhum, arrivando a Pointe-à-Pitre in 14 giorni, 10 ore e 10 minuti.
Questa vittoria fece di lei una delle più grandi veliste della storia e le valse il soprannome di “fidanzata dell’Atlantico”.

Tra successi e difficoltà

Negli anni seguenti, Arthaud affrontò sfide sportive e personali.
Nel 1993 diede alla luce sua figlia Marie.
Nel 2005 sposò Éric Charpentier, ma il matrimonio finì rapidamente.
In questo periodo cadde nell’alcolismo, una dipendenza che raccontò senza filtri nella sua autobiografia Un vent de liberté, pubblicata nel 2009.
Nel 2010 perse il supporto degli sponsor e venne esclusa dalla Route du Rhum.
Nel 2011, mentre navigava al largo del Capo Corso, cadde in mare nel cuore della notte.
Fortunatamente, grazie alla lampada frontale e al telefono cellulare, riuscì a chiedere aiuto.
Dopo oltre tre ore in acqua, fu soccorsa e trasportata all’ospedale di Bastia.
Questa drammatica esperienza divenne il tema del suo ultimo libro, Cette nuit, la mer est noire.

Altri progetti e impegno musicale

Oltre alla vela, Florence Arthaud si cimentò nella musica e nella scrittura.
Nel 1989 partecipò all’album Quelque part… c’est toujours ailleurs di Pierre Bachelet, interpretando tre canzoni dedicate alla sua passione per il mare.
Nel 2015 stava lavorando alla creazione di una regata riservata alle donne, che si sarebbe dovuta svolgere nel Mediterraneo.

La tragica scomparsa

Il 9 marzo 2015, Florence Arthaud perse la vita in un incidente aereo in Argentina, durante le riprese del programma televisivo Dropped di TF1.
Nell’incidente morirono altre nove persone, tra cui la nuotatrice Camille Muffat e il pugile Alexis Vastine.
Poco prima della sua scomparsa, Arthaud aveva completato il suo ultimo libro, che uscì postumo al Salone del libro di Parigi il 19 marzo 2015.
Secondo le sue volontà, venne sepolta sull’isola di Santa Margherita, di fronte a Cannes.

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Insieme al padre e al fratello Jean-Marie, iniziò a esplorare il mare e si unì al club di vela di Antibes, dove affinò le sue competenze.

A soli 17 anni, un grave incidente d’auto la costrinse a una lunga convalescenza.
Dopo sei mesi in ospedale e due anni di riabilitazione, la giovane velista trovò nella navigazione un modo per riprendersi.
A 18 anni attraversò per la prima volta l’Atlantico, un’esperienza che segnò il suo futuro.

La carriera e il trionfo nella Route du Rhum

Florence Arthaud si impose rapidamente nel mondo della vela.
Partecipò alla prima edizione della Route du Rhum nel 1978, classificandosi all’11° posto.
Nel 1986, durante una competizione, captò l’SOS del collega Loïc Caradec, ma quando giunse sul luogo dell’incidente trovò solo il suo catamarano capovolto.
Nel 1990 stabilì un nuovo record per la traversata dell’Atlantico del nord in solitaria, completandola in 9 giorni, 21 ore e 42 minuti.
Pochi mesi dopo, realizzò l’impresa più importante della sua carriera: vinse la Route du Rhum, arrivando a Pointe-à-Pitre in 14 giorni, 10 ore e 10 minuti.
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