9 marzo 1989. Muore Robert Mapplethorpe, fotografo della controcultura newyorkese anni ‘60.

Robert Mapplethorpe nasce nel Queens il 4 novembre 1946 in una famiglia cattolica di origini irlandesi.
Cresce a Floral Park, a Long Island, e si avvicina al mondo dell’arte frequentando il Pratt Institute di Brooklyn.
Sebbene si iscriva inizialmente al corso di pubblicità, ben presto abbandona gli studi per dedicarsi alla fotografia e all’arte visiva.
Negli anni Sessanta vive un periodo di forte sperimentazione artistica, influenzato dai cambiamenti sociali e culturali che caratterizzano gli Stati Uniti in quegli anni.
Durante il suo periodo accademico, sviluppa un grande interesse per l’arte grafica e il collage, tecniche che utilizza nelle sue prime creazioni.
L’incontro con Patti Smith e i primi passi nella fotografia

Norman Seeff, Robert Mapplethorpe & Patti Smith, New York, 1969
Nel 1967 incontra Patti Smith, con la quale condivide un’intensa relazione artistica e sentimentale.
I due vivono insieme al Chelsea Hotel, luogo di ritrovo per artisti e musicisti dell’epoca.
Mapplethorpe inizia a scattare fotografie utilizzando una Polaroid, catturando ritratti intimi e sperimentali che lo porteranno gradualmente a sviluppare il suo stile distintivo.
Nel 1973 realizza la sua prima mostra personale intitolata Polaroids, presso la Light Gallery di New York.
Grazie al supporto di Sam Wagstaff, mecenate e amante dell’artista, ottiene accesso ai circoli d’élite della fotografia e dell’arte, acquisendo maggiore visibilità nel panorama culturale internazionale.
Il successo

Robert Mapplethorpe, White Gauze, 1984 – Tulip And Thorn, 1988
Durante gli anni Settanta e Ottanta, Mapplethorpe affina il suo stile, realizzando scatti di straordinaria intensità estetica e compositiva.
Le sue fotografie in bianco e nero esplorano temi quali il corpo umano, l’omoerotismo, il sadomasochismo e la perfezione formale del nudo maschile e femminile.
Uno dei suoi lavori più controversi è la serie X Portfolio, un ciclo di immagini che ritrae pratiche sadomaso gay con un’estetica curata e raffinata.
Parallelamente, realizza ritratti di celebri personaggi come Andy Warhol, Deborah Harry, Amanda Lear e la stessa Patti Smith.
Oltre ai ritratti e agli studi di nudo, crea una serie di nature morte floreali, immagini che mettono in evidenza il suo approccio alla fotografia come espressione artistica pura.
La controversia e l’eredità artistica
Le opere di Mapplethorpe suscitano forti polemiche, soprattutto negli ambienti più conservatori.
Negli ultimi anni della sua vita, il dibattito sulla libertà di espressione artistica si intensifica, portando a battaglie legali contro il finanziamento pubblico delle sue esposizioni.
Nel 1990, la mostra The Perfect Moment scatena un acceso dibattito sulla censura nell’arte, culminando in un processo per oscenità contro il Contemporary Arts Center di Cincinnati, poi assolto da ogni accusa.
Oltre alle controversie, la sua opera è riconosciuta per l’eccezionale qualità tecnica e per la capacità di esplorare la bellezza in ogni sua forma.
La sua influenza si estende nel mondo della moda, della pubblicità e della fotografia contemporanea, dove il suo stile inconfondibile continua a ispirare artisti e fotografi.
Morte e funerali
Robert Mapplethorpe muore a Boston il 9 marzo 1989 a causa di complicazioni legate all’AIDS. Poco prima della sua scomparsa, istituisce la Robert Mapplethorpe Foundation, con lo scopo di promuovere l’arte fotografica e sostenere la ricerca sulla malattia.
Il suo funerale si svolge in forma privata, con la partecipazione di amici e collaboratori storici.
Dopo la sua morte, il valore artistico del suo lavoro continua a crescere.
Mostre ed esposizioni in tutto il mondo celebrano la sua visione unica, tra cui la mostra La perfezione nella forma, tenutasi nel 2009 a Firenze, dove le sue opere sono state accostate ai capolavori di Michelangelo.
Robert Mapplethorpe nasce nel Queens il 4 novembre 1946 in una famiglia cattolica di origini irlandesi.
Cresce a Floral Park, a Long Island, e si avvicina al mondo dell’arte frequentando il Pratt Institute di Brooklyn.
Sebbene si iscriva inizialmente al corso di pubblicità, ben presto abbandona gli studi per dedicarsi alla fotografia e all’arte visiva.
Negli anni Sessanta vive un periodo di forte sperimentazione artistica, influenzato dai cambiamenti sociali e culturali che caratterizzano gli Stati Uniti in quegli anni.
Durante il suo periodo accademico, sviluppa un grande interesse per l’arte grafica e il collage, tecniche che utilizza nelle sue prime creazioni.
L’incontro con Patti Smith e i primi passi nella fotografia

Norman Seeff, Robert Mapplethorpe & Patti Smith, New York, 1969
Nel 1967 incontra Patti Smith, con la quale condivide un’intensa relazione artistica e sentimentale.
I due vivono insieme al Chelsea Hotel, luogo di ritrovo per artisti e musicisti dell’epoca.
Mapplethorpe inizia a scattare fotografie utilizzando una Polaroid, catturando ritratti intimi e sperimentali che lo porteranno gradualmente a sviluppare il suo stile distintivo.
Nel 1973 realizza la sua prima mostra personale intitolata Polaroids, presso la Light Gallery di New York.
Grazie al supporto di Sam Wagstaff, mecenate e amante dell’artista, ottiene accesso ai circoli d’élite della fotografia e dell’arte, acquisendo maggiore visibilità nel panorama culturale internazionale.
Il successo

Robert Mapplethorpe, White Gauze, 1984 – Tulip And Thorn, 1988
Durante gli anni Settanta e Ottanta, Mapplethorpe affina il suo stile, realizzando scatti di straordinaria intensità estetica e compositiva.
Le sue fotografie in bianco e nero esplorano temi quali il corpo umano, l’omoerotismo, il sadomasochismo e la perfezione formale del nudo maschile e femminile.
Uno dei suoi lavori più controversi è la serie X Portfolio, un ciclo di immagini che ritrae pratiche sadomaso gay con un’estetica curata e raffinata.
Parallelamente, realizza ritratti di celebri personaggi come Andy Warhol, Deborah Harry, Amanda Lear e la stessa Patti Smith.
Oltre ai ritratti e agli studi di nudo, crea una serie di nature morte floreali, immagini che mettono in evidenza il suo approccio alla fotografia come espressione artistica pura.
La controversia e l’eredità artistica
Le opere di Mapplethorpe suscitano forti polemiche, soprattutto negli ambienti più conservatori.
Negli ultimi anni della sua vita, il dibattito sulla libertà di espressione artistica si intensifica, portando a battaglie legali contro il finanziamento pubblico delle sue esposizioni.
Nel 1990, la mostra The Perfect Moment scatena un acceso dibattito sulla censura nell’arte, culminando in un processo per oscenità contro il Contemporary Arts Center di Cincinnati, poi assolto da ogni accusa.
Oltre alle controversie, la sua opera è riconosciuta per l’eccezionale qualità tecnica e per la capacità di esplorare la bellezza in ogni sua forma.
La sua influenza si estende nel mondo della moda, della pubblicità e della fotografia contemporanea, dove il suo stile inconfondibile continua a ispirare artisti e fotografi.
Morte e funerali
Robert Mapplethorpe muore a Boston il 9 marzo 1989 a causa di complicazioni legate all’AIDS. Poco prima della sua scomparsa, istituisce la Robert Mapplethorpe Foundation, con lo scopo di promuovere l’arte fotografica e sostenere la ricerca sulla malattia.
Il suo funerale si svolge in forma privata, con la partecipazione di amici e collaboratori storici.
Dopo la sua morte, il valore artistico del suo lavoro continua a crescere.
Mostre ed esposizioni in tutto il mondo celebrano la sua visione unica, tra cui la mostra La perfezione nella forma, tenutasi nel 2009 a Firenze, dove le sue opere sono state accostate ai capolavori di Michelangelo.