9 febbraio 1881. Muore Fëdor Dostoevskij.
![Fëdor Dostoevskij Fëdor Dostoevskij](https://www.tgfuneral24.it/wp-content/uploads/2025/02/Fedor-Dostoevskij.jpg)
Fëdor Michajlovič Dostoevskij è considerato, insieme a Lev Tolstoj, uno dei più grandi romanzieri della letteratura russa e mondiale.
Nato a Mosca l’11 novembre 1821 e morto a San Pietroburgo il 9 febbraio 1881, Dostoevskij ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura mondiale attraverso le sue opere cariche di introspezione psicologica e dilemmi esistenziali.
Infanzia e formazione
Dostoevskij nacque in una famiglia di nobili decaduti.
Suo padre, un medico militare, era noto per il suo carattere severo e dispotico, mentre la madre era una donna profondamente religiosa.
Trascorse i primi anni di vita in un ospedale per poveri, un ambiente che influenzò profondamente la sua futura produzione letteraria.
Nel 1837, dopo la morte della madre, venne mandato a studiare all’Accademia Militare di San Pietroburgo, anche se la sua vera passione era la letteratura.
L’esordio letterario e il successo
Nel 1846, Dostoevskij pubblicò il suo primo romanzo, Povera gente, che ricevette il plauso della critica.
Il successo iniziale fu seguito da un periodo di difficoltà con Il sosia e altre opere che non ottennero lo stesso consenso. L’autore iniziò a frequentare circoli intellettuali, tra cui quello dei “Petraševskij”, un gruppo progressista che gli costò l’arresto nel 1849.
L’arresto e la condanna ai lavori forzati
Accusato di cospirazione contro lo zar Nicola I, Dostoevskij venne condannato a morte.
All’ultimo istante, la pena fu commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia, seguiti dal servizio militare forzato.
L’esperienza della prigionia segnò profondamente lo scrittore e influenzò opere come Memorie dalla casa dei morti.
Il ritorno e la maturità artistica
Rientrato nella Russia europea, Dostoevskij iniziò un periodo prolifico.
Nel 1866 pubblicò Delitto e castigo, un capolavoro che analizza i conflitti interiori dell’essere umano. Seguirono L’idiota (1869), I demoni (1872) e I fratelli Karamazov (1880), considerato il suo testamento spirituale.
Temi e filosofia
Dostoevskij esplorò temi come il libero arbitrio, la fede, la redenzione e la lotta tra bene e male.
Le sue opere sono intrise di un profondo senso di introspezione psicologica, con personaggi complessi e tormentati.
Il suo stile narrativo, caratterizzato dal monologo interiore e dalla polifonia dei punti di vista, influenzò scrittori come Franz Kafka, Albert Camus e Jean-Paul Sartre.
Morte e funerale
Fëdor Michajlovič Dostoevskij morì il 9 febbraio 1881 a causa di un’emorragia polmonare aggravata dall’epilessia e da problemi cardiaci.
Il suo funerale, celebrato il 12 febbraio nel Monastero di Aleksandr Nevskij a San Pietroburgo, vide la partecipazione di oltre 30.000 persone, tra cui intellettuali, scrittori e studenti.
Venne sepolto nel cimitero Tichvin, dove la sua tomba è ancora oggi meta di pellegrinaggio per gli amanti della letteratura.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij è considerato, insieme a Lev Tolstoj, uno dei più grandi romanzieri della letteratura russa e mondiale.
Nato a Mosca l’11 novembre 1821 e morto a San Pietroburgo il 9 febbraio 1881, Dostoevskij ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura mondiale attraverso le sue opere cariche di introspezione psicologica e dilemmi esistenziali.
Infanzia e formazione
Dostoevskij nacque in una famiglia di nobili decaduti.
Suo padre, un medico militare, era noto per il suo carattere severo e dispotico, mentre la madre era una donna profondamente religiosa.
Trascorse i primi anni di vita in un ospedale per poveri, un ambiente che influenzò profondamente la sua futura produzione letteraria.
Nel 1837, dopo la morte della madre, venne mandato a studiare all’Accademia Militare di San Pietroburgo, anche se la sua vera passione era la letteratura.
L’esordio letterario e il successo
Nel 1846, Dostoevskij pubblicò il suo primo romanzo, Povera gente, che ricevette il plauso della critica.
Il successo iniziale fu seguito da un periodo di difficoltà con Il sosia e altre opere che non ottennero lo stesso consenso. L’autore iniziò a frequentare circoli intellettuali, tra cui quello dei “Petraševskij”, un gruppo progressista che gli costò l’arresto nel 1849.
L’arresto e la condanna ai lavori forzati
Accusato di cospirazione contro lo zar Nicola I, Dostoevskij venne condannato a morte.
All’ultimo istante, la pena fu commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia, seguiti dal servizio militare forzato.
L’esperienza della prigionia segnò profondamente lo scrittore e influenzò opere come Memorie dalla casa dei morti.
Il ritorno e la maturità artistica
Rientrato nella Russia europea, Dostoevskij iniziò un periodo prolifico.
Nel 1866 pubblicò Delitto e castigo, un capolavoro che analizza i conflitti interiori dell’essere umano. Seguirono L’idiota (1869), I demoni (1872) e I fratelli Karamazov (1880), considerato il suo testamento spirituale.
Temi e filosofia
Dostoevskij esplorò temi come il libero arbitrio, la fede, la redenzione e la lotta tra bene e male.
Le sue opere sono intrise di un profondo senso di introspezione psicologica, con personaggi complessi e tormentati.
Il suo stile narrativo, caratterizzato dal monologo interiore e dalla polifonia dei punti di vista, influenzò scrittori come Franz Kafka, Albert Camus e Jean-Paul Sartre.
Morte e funerale
Fëdor Michajlovič Dostoevskij morì il 9 febbraio 1881 a causa di un’emorragia polmonare aggravata dall’epilessia e da problemi cardiaci.
Il suo funerale, celebrato il 12 febbraio nel Monastero di Aleksandr Nevskij a San Pietroburgo, vide la partecipazione di oltre 30.000 persone, tra cui intellettuali, scrittori e studenti.
Venne sepolto nel cimitero Tichvin, dove la sua tomba è ancora oggi meta di pellegrinaggio per gli amanti della letteratura.