6 marzo 1836. Muore Davy Crockett, difensore dei nativi americani.

Davy Crockett nacque il 17 agosto 1786 nella Contea di Greene, Tennessee, in una famiglia di coloni con grosse difficoltà economiche.
Fin da giovane, Crockett lavorò come aiutante nelle carovane dirette in Virginia e come mandriano, arrivando fino a Boston.
Non ebbe un’istruzione formale, imparando a leggere e scrivere solo poco prima di sposarsi con Polly Finley.
La sua abilità nella caccia agli orsi lo rese una figura popolare nella sua comunità.
Le prime imprese militari
Nel 1813 si unì all’esercito del generale Andrew Jackson per combattere contro la tribù indiana dei Creek. Partecipò alla battaglia del fiume Enotachopco, contribuendo alla vittoria americana. Dopo il conflitto, divenne giudice di pace e colonnello della milizia locale, acquisendo notorietà. Continuò la sua attività di cacciatore ed esploratore fino a quando decise di entrare in politica.
La carriera politica
Nel 1828 venne eletto al Congresso degli Stati Uniti come rappresentante del Tennessee.
Sebbene inizialmente fosse vicino al presidente Jackson, i due si scontrarono sulla questione dei diritti degli indiani.
Crockett si oppose con fermezza al progetto di legge che violava il trattato di pace con i Creek, sostenendo che i nativi americani avessero gli stessi diritti dei coloni. Questo atteggiamento gli costò la rielezione nel 1835.
Deluso dalla politica, lasciò Washington pronunciando la celebre frase: “Potete finire tutti all’inferno, io me ne vado in Texas”.
L’arrivo in Texas e la rivoluzione
Crockett si unì ai rivoluzionari texani contro il governo messicano di Antonio López de Santa Anna. Con sedici uomini, raggiunse il forte Alamo nel febbraio 1836. Il 23 febbraio, le truppe messicane assediarono il forte, dando inizio a una battaglia disperata.
La guarnigione di 188 uomini resistette fino al 6 marzo, quando le forze messicane sfondarono le difese e uccisero tutti i difensori.
Morte e funerali
Non esistono certezze su come Crockett morì ad Alamo. Alcune testimonianze indicano che combatté fino all’ultimo, mentre altre affermano che fu catturato e giustiziato successivamente.
Davy Crockett nacque il 17 agosto 1786 nella Contea di Greene, Tennessee, in una famiglia di coloni con grosse difficoltà economiche.
Fin da giovane, Crockett lavorò come aiutante nelle carovane dirette in Virginia e come mandriano, arrivando fino a Boston.
Non ebbe un’istruzione formale, imparando a leggere e scrivere solo poco prima di sposarsi con Polly Finley.
La sua abilità nella caccia agli orsi lo rese una figura popolare nella sua comunità.
Le prime imprese militari
Nel 1813 si unì all’esercito del generale Andrew Jackson per combattere contro la tribù indiana dei Creek. Partecipò alla battaglia del fiume Enotachopco, contribuendo alla vittoria americana. Dopo il conflitto, divenne giudice di pace e colonnello della milizia locale, acquisendo notorietà. Continuò la sua attività di cacciatore ed esploratore fino a quando decise di entrare in politica.
La carriera politica
Nel 1828 venne eletto al Congresso degli Stati Uniti come rappresentante del Tennessee.
Sebbene inizialmente fosse vicino al presidente Jackson, i due si scontrarono sulla questione dei diritti degli indiani.
Crockett si oppose con fermezza al progetto di legge che violava il trattato di pace con i Creek, sostenendo che i nativi americani avessero gli stessi diritti dei coloni. Questo atteggiamento gli costò la rielezione nel 1835.
Deluso dalla politica, lasciò Washington pronunciando la celebre frase: “Potete finire tutti all’inferno, io me ne vado in Texas”.
L’arrivo in Texas e la rivoluzione
Crockett si unì ai rivoluzionari texani contro il governo messicano di Antonio López de Santa Anna. Con sedici uomini, raggiunse il forte Alamo nel febbraio 1836. Il 23 febbraio, le truppe messicane assediarono il forte, dando inizio a una battaglia disperata.
La guarnigione di 188 uomini resistette fino al 6 marzo, quando le forze messicane sfondarono le difese e uccisero tutti i difensori.
Morte e funerali
Non esistono certezze su come Crockett morì ad Alamo. Alcune testimonianze indicano che combatté fino all’ultimo, mentre altre affermano che fu catturato e giustiziato successivamente.