5 marzo 2022. Muore Antonio Martino.

Antonio Martino nasce a Messina il 22 dicembre 1942. Figlio di Gaetano Martino, promotore della Comunità Economica Europea, crebbe in un ambiente fortemente influenzato dalla politica e dall’economia.
Dopo essersi laureato in Giurisprudenza all’Università di Messina nel 1964, si specializzò in economia alla University of Chicago sotto la guida del premio Nobel Milton Friedman.
Qui sviluppò il suo pensiero liberale e liberista, che avrebbe caratterizzato la sua intera carriera.
La carriera accademica
Nel 1970 iniziò a insegnare Economia Internazionale all’Università di Messina, per poi trasferirsi alla Sapienza di Roma e infine alla LUISS, dove fu docente di Economia Politica e preside dal 1992 al 1994.
Martino si distinse per la sua visione critica dello statalismo e per il suo impegno nella diffusione delle idee liberali. Dal 2014 in poi ricoprì il ruolo di segretario del comitato scientifico della Fondazione Italia USA e nel 2021 divenne presidente onorario dell’Istituto Milton Friedman.
L’ingresso in politica
Dopo un primo impegno nel Partito Liberale Italiano, nel 1993 fu tra i fondatori di Forza Italia, di cui detenne la tessera numero 2 dopo Silvio Berlusconi.
Fu eletto deputato nel 1994 e subito nominato ministro degli Affari Esteri nel primo governo Berlusconi.
Durante il suo mandato rappresentò l’Italia alla Conferenza sulla sicurezza e cooperazione in Europa a Vienna e si oppose fermamente all’introduzione dell’euro, definendosi “eurocritico” più che euroscettico.
Ministro della Difesa e la “Legge Martino”
Dall’11 giugno 2001 fu ministro della Difesa nei governi Berlusconi II e III.
Nel 2003 sostenne la tesi dell’acquisto di uranio da parte dell’Iraq dal Niger, teoria poi smentita.
Tuttavia, il suo operato fu determinante per l’abolizione del servizio di leva obbligatorio in Italia, anticipando al 1° gennaio 2005 la sospensione definitiva della coscrizione.
Promosse inoltre lo sviluppo di un esercito composto interamente da volontari professionisti.
Ultimi anni in politica
Martino venne rieletto deputato nel 2006, 2008 e 2013, sempre con Forza Italia e poi con il Popolo della Libertà.
Nel 2015 Berlusconi lo propose come candidato alla Presidenza della Repubblica, ma Martino declinò l’invito.
Rimase un punto di riferimento del pensiero liberale all’interno del centrodestra italiano, collaborando con l’Istituto Bruno Leoni e promuovendo il libero mercato.
Il pensiero economico
Martino si definiva “semplicemente liberale” e il suo pensiero fu fortemente influenzato da Milton Friedman.
Criticò duramente l’interventismo statale e l’eccessiva pressione fiscale, sostenendo che le politiche stataliste fallissero per motivi economici ed etici.
Nei suoi libri “Semplicemente liberale” e “Liberalismo quotidiano” spiegò in modo chiaro la sua visione, opponendosi a ogni forma di dirigismo e a quella che definiva “tassazione di confisca”.
La morte e i funerali
Dopo 24 anni in Parlamento, nel 2018 si ritirò dalla politica attiva.
Morì a Roma il 5 marzo 2022, all’età di 79 anni.
I funerali si tennero l’8 marzo nella Basilica di San Lorenzo in Lucina a Roma, alla presenza di numerose autorità politiche e militari.
Il giorno successivo, una seconda cerimonia funebre si svolse nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Messina, sua città natale, prima della sepoltura nel cimitero monumentale della città.
Antonio Martino nasce a Messina il 22 dicembre 1942. Figlio di Gaetano Martino, promotore della Comunità Economica Europea, crebbe in un ambiente fortemente influenzato dalla politica e dall’economia.
Dopo essersi laureato in Giurisprudenza all’Università di Messina nel 1964, si specializzò in economia alla University of Chicago sotto la guida del premio Nobel Milton Friedman.
Qui sviluppò il suo pensiero liberale e liberista, che avrebbe caratterizzato la sua intera carriera.
La carriera accademica
Nel 1970 iniziò a insegnare Economia Internazionale all’Università di Messina, per poi trasferirsi alla Sapienza di Roma e infine alla LUISS, dove fu docente di Economia Politica e preside dal 1992 al 1994.
Martino si distinse per la sua visione critica dello statalismo e per il suo impegno nella diffusione delle idee liberali. Dal 2014 in poi ricoprì il ruolo di segretario del comitato scientifico della Fondazione Italia USA e nel 2021 divenne presidente onorario dell’Istituto Milton Friedman.
L’ingresso in politica
Dopo un primo impegno nel Partito Liberale Italiano, nel 1993 fu tra i fondatori di Forza Italia, di cui detenne la tessera numero 2 dopo Silvio Berlusconi.
Fu eletto deputato nel 1994 e subito nominato ministro degli Affari Esteri nel primo governo Berlusconi.
Durante il suo mandato rappresentò l’Italia alla Conferenza sulla sicurezza e cooperazione in Europa a Vienna e si oppose fermamente all’introduzione dell’euro, definendosi “eurocritico” più che euroscettico.
Ministro della Difesa e la “Legge Martino”
Dall’11 giugno 2001 fu ministro della Difesa nei governi Berlusconi II e III.
Nel 2003 sostenne la tesi dell’acquisto di uranio da parte dell’Iraq dal Niger, teoria poi smentita.
Tuttavia, il suo operato fu determinante per l’abolizione del servizio di leva obbligatorio in Italia, anticipando al 1° gennaio 2005 la sospensione definitiva della coscrizione.
Promosse inoltre lo sviluppo di un esercito composto interamente da volontari professionisti.
Ultimi anni in politica
Martino venne rieletto deputato nel 2006, 2008 e 2013, sempre con Forza Italia e poi con il Popolo della Libertà.
Nel 2015 Berlusconi lo propose come candidato alla Presidenza della Repubblica, ma Martino declinò l’invito.
Rimase un punto di riferimento del pensiero liberale all’interno del centrodestra italiano, collaborando con l’Istituto Bruno Leoni e promuovendo il libero mercato.
Il pensiero economico
Martino si definiva “semplicemente liberale” e il suo pensiero fu fortemente influenzato da Milton Friedman.
Criticò duramente l’interventismo statale e l’eccessiva pressione fiscale, sostenendo che le politiche stataliste fallissero per motivi economici ed etici.
Nei suoi libri “Semplicemente liberale” e “Liberalismo quotidiano” spiegò in modo chiaro la sua visione, opponendosi a ogni forma di dirigismo e a quella che definiva “tassazione di confisca”.
La morte e i funerali
Dopo 24 anni in Parlamento, nel 2018 si ritirò dalla politica attiva.
Morì a Roma il 5 marzo 2022, all’età di 79 anni.
I funerali si tennero l’8 marzo nella Basilica di San Lorenzo in Lucina a Roma, alla presenza di numerose autorità politiche e militari.
Il giorno successivo, una seconda cerimonia funebre si svolse nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Messina, sua città natale, prima della sepoltura nel cimitero monumentale della città.