4 marzo 2005. Muore Nicola Calipari.

Nicola Calipari nasce il 23 giugno 1953 a Reggio Calabria.
Fin da giovane dimostra determinazione e senso del dovere.
Si laurea in giurisprudenza all’Università di Messina.
Durante gli anni universitari partecipa al movimento scoutistico, sviluppando leadership e responsabilità.
L’ingresso in Polizia e la carriera investigativa
Nel 1979 entra in Polizia. Inizia come Commissario in prova alla Questura di Genova.
Qui lavora nella Squadra Mobile e dirige la Squadra Volanti.
Dopo il servizio militare, rientra in Polizia.
Viene trasferito a Cosenza, dove diventa Vice Capo di Gabinetto.
Nel 1988 parte per l’Australia. Collabora con la National Crime Authority per indagare sulla ‘ndrangheta.
Successivamente torna in Italia.
Lavora alla Questura di Roma e ricopre incarichi nei servizi centrali della Polizia di Stato.
Si specializza nel contrasto al traffico di droga e armi, ottenendo riconoscimenti per la sua competenza.
Il passaggio al SISMI e le operazioni in Iraq
Nel 2002 entra nel SISMI, il Servizio per le informazioni e la sicurezza militare.
Assume il ruolo di Capo dipartimento della 2ª Divisione “Ricerca e Spionaggio all’Estero”.
Gestisce operazioni delicate e diventa un esperto nella liberazione di ostaggi italiani in Iraq.
Tra i suoi successi ci sono il rilascio delle operatrici umanitarie Simona Pari e Simona Torretta nel 2004.
Ottiene anche la liberazione dei tre addetti alla sicurezza Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio.
L’operazione per salvare Giuliana Sgrena e la morte
Il 4 marzo 2005, Calipari conclude con successo la liberazione di Giuliana Sgrena, sequestrata in Iraq.
Dopo averla recuperata, la scorta verso l’aeroporto di Baghdad. Sulla Route Irish, il loro veicolo viene colpito da raffiche di mitragliatrice al posto di blocco americano.
Calipari protegge la giornalista con il suo corpo e viene ucciso.
Le indagini e le tensioni diplomatiche
La sua morte scatena tensioni tra Italia e Stati Uniti.
Le due versioni dell’accaduto si contraddicono.
L’Italia sostiene che il convoglio viaggiava a velocità moderata e non ricevette segnali di stop.
Gli Stati Uniti dichiarano che l’auto procedeva a 100 km/h e non rispettò l’alt.
L’indagine italiana accusa il soldato americano Mario Lozano, autore degli spari.
Tuttavia, la Corte di Cassazione chiude il caso per difetto di giurisdizione.
L’eredità e la memoria di Nicola Calipari
L’Italia rende onore a Calipari con funerali di Stato. Riceve riconoscimenti postumi per il suo sacrificio.
Molte scuole, piazze e vie portano il suo nome.
Rimane un simbolo di coraggio e dedizione al Paese.
Nicola Calipari nasce il 23 giugno 1953 a Reggio Calabria.
Fin da giovane dimostra determinazione e senso del dovere.
Si laurea in giurisprudenza all’Università di Messina.
Durante gli anni universitari partecipa al movimento scoutistico, sviluppando leadership e responsabilità.
L’ingresso in Polizia e la carriera investigativa
Nel 1979 entra in Polizia. Inizia come Commissario in prova alla Questura di Genova.
Qui lavora nella Squadra Mobile e dirige la Squadra Volanti.
Dopo il servizio militare, rientra in Polizia.
Viene trasferito a Cosenza, dove diventa Vice Capo di Gabinetto.
Nel 1988 parte per l’Australia. Collabora con la National Crime Authority per indagare sulla ‘ndrangheta.
Successivamente torna in Italia.
Lavora alla Questura di Roma e ricopre incarichi nei servizi centrali della Polizia di Stato.
Si specializza nel contrasto al traffico di droga e armi, ottenendo riconoscimenti per la sua competenza.
Il passaggio al SISMI e le operazioni in Iraq
Nel 2002 entra nel SISMI, il Servizio per le informazioni e la sicurezza militare.
Assume il ruolo di Capo dipartimento della 2ª Divisione “Ricerca e Spionaggio all’Estero”.
Gestisce operazioni delicate e diventa un esperto nella liberazione di ostaggi italiani in Iraq.
Tra i suoi successi ci sono il rilascio delle operatrici umanitarie Simona Pari e Simona Torretta nel 2004.
Ottiene anche la liberazione dei tre addetti alla sicurezza Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio.
L’operazione per salvare Giuliana Sgrena e la morte
Il 4 marzo 2005, Calipari conclude con successo la liberazione di Giuliana Sgrena, sequestrata in Iraq.
Dopo averla recuperata, la scorta verso l’aeroporto di Baghdad. Sulla Route Irish, il loro veicolo viene colpito da raffiche di mitragliatrice al posto di blocco americano.
Calipari protegge la giornalista con il suo corpo e viene ucciso.
Le indagini e le tensioni diplomatiche
La sua morte scatena tensioni tra Italia e Stati Uniti.
Le due versioni dell’accaduto si contraddicono.
L’Italia sostiene che il convoglio viaggiava a velocità moderata e non ricevette segnali di stop.
Gli Stati Uniti dichiarano che l’auto procedeva a 100 km/h e non rispettò l’alt.
L’indagine italiana accusa il soldato americano Mario Lozano, autore degli spari.
Tuttavia, la Corte di Cassazione chiude il caso per difetto di giurisdizione.
L’eredità e la memoria di Nicola Calipari
L’Italia rende onore a Calipari con funerali di Stato. Riceve riconoscimenti postumi per il suo sacrificio.
Molte scuole, piazze e vie portano il suo nome.
Rimane un simbolo di coraggio e dedizione al Paese.