31 gennaio 1888. Muore Don Bosco.
31 gennaio 1888. Muore Don Bosco.
Don Bosco, all’anagrafe Giovanni Melchiorre Bosco, nacque il 16 agosto 1815 a I Becchi, una frazione collinare di Castelnuovo d’Asti, in una famiglia di umili origini.
Perse il padre all’età di due anni, lasciando la madre Margherita Occhiena a crescere da sola i suoi tre figli.
A soli nove anni, Giovanni ebbe un sogno profetico che avrebbe segnato il percorso della sua vita.
In esso, gli venne chiesto di guidare i giovani con mansuetudine e carità, un presagio del suo futuro impegno educativo.
Nonostante le difficoltà economiche, Giovanni coltivò il desiderio di diventare sacerdote.
Attraverso grandi sacrifici e il sostegno della madre, iniziò il suo percorso di studi, imparando anche diversi mestieri per mantenersi.
La formazione sacerdotale e il sistema preventivo
Giovanni Bosco entrò in seminario a Chieri e, nel 1841, venne ordinato sacerdote a Torino.
Guidato dal motto “Da mihi animas, cetera tolle” (Dammi le anime, prenditi tutto il resto), don Bosco dedicò la sua vita ai giovani più disagiati.
Nel cuore del quartiere povero di Valdocco, a Torino, sviluppò il suo celebre sistema preventivo.
Questo approccio educativo si basava su tre pilastri fondamentali: ragione, religione e amorevolezza.
Attraverso oratori, scuole e laboratori professionali, don Bosco offrì ai giovani un’istruzione e una formazione morale, salvandoli dalla strada e dalla miseria.
La fondazione dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice
Nel 1854 Don Bosco fondò la Società Salesiana, una congregazione religiosa dedicata all’educazione e all’assistenza dei giovani.
Dieci anni dopo, avviò anche l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, insieme a Maria Domenica Mazzarello, per educare le ragazze.
La missione salesiana si espanse rapidamente, non solo in Italia, ma anche in America Latina, in particolare in Argentina, dove i Salesiani fondarono scuole, oratori e missioni per aiutare gli emigrati italiani e le popolazioni indigene.
L’azione sociale e il sostegno ai lavoratori
Don Bosco fu un precursore nell’ambito della tutela dei diritti dei lavoratori.
Fu il primo a introdurre contratti di apprendistato per i giovani, garantendo condizioni di lavoro dignitose.
Promosse inoltre laboratori professionali, dove i ragazzi potevano apprendere mestieri richiesti nel mercato del lavoro, come sarti, falegnami e tipografi.
Queste iniziative lo resero una figura innovativa nel campo educativo e sociale.
La morte e il funerale di Don Bosco
Don Bosco morì il 31 gennaio 1888, a Torino, all’età di 72 anni.
La sua scomparsa suscitò un’enorme commozione e i suoi funerali videro la partecipazione di migliaia di persone, tra giovani, famiglie e fedeli.
Il corpo del santo fu inizialmente sepolto nel cimitero di Torino, ma successivamente traslato nel santuario di Maria Ausiliatrice, dove oggi riposa in un’urna.
Conclusione
Don Bosco ha lasciato un’eredità straordinaria come educatore, santo e fondatore di una delle congregazioni religiose più attive al mondo.
Il suo esempio di dedizione ai giovani continua a ispirare generazioni di educatori e fedeli, rendendolo una figura centrale nella storia del cattolicesimo e dell’educazione sociale.
Don Bosco, all’anagrafe Giovanni Melchiorre Bosco, nacque il 16 agosto 1815 a I Becchi, una frazione collinare di Castelnuovo d’Asti, in una famiglia di umili origini.
Perse il padre all’età di due anni, lasciando la madre Margherita Occhiena a crescere da sola i suoi tre figli.
A soli nove anni, Giovanni ebbe un sogno profetico che avrebbe segnato il percorso della sua vita.
In esso, gli venne chiesto di guidare i giovani con mansuetudine e carità, un presagio del suo futuro impegno educativo.
Nonostante le difficoltà economiche, Giovanni coltivò il desiderio di diventare sacerdote.
Attraverso grandi sacrifici e il sostegno della madre, iniziò il suo percorso di studi, imparando anche diversi mestieri per mantenersi.
La formazione sacerdotale e il sistema preventivo
Giovanni Bosco entrò in seminario a Chieri e, nel 1841, venne ordinato sacerdote a Torino.
Guidato dal motto “Da mihi animas, cetera tolle” (Dammi le anime, prenditi tutto il resto), don Bosco dedicò la sua vita ai giovani più disagiati.
Nel cuore del quartiere povero di Valdocco, a Torino, sviluppò il suo celebre sistema preventivo.
Questo approccio educativo si basava su tre pilastri fondamentali: ragione, religione e amorevolezza.
Attraverso oratori, scuole e laboratori professionali, don Bosco offrì ai giovani un’istruzione e una formazione morale, salvandoli dalla strada e dalla miseria.
La fondazione dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice
Nel 1854 Don Bosco fondò la Società Salesiana, una congregazione religiosa dedicata all’educazione e all’assistenza dei giovani.
Dieci anni dopo, avviò anche l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, insieme a Maria Domenica Mazzarello, per educare le ragazze.
La missione salesiana si espanse rapidamente, non solo in Italia, ma anche in America Latina, in particolare in Argentina, dove i Salesiani fondarono scuole, oratori e missioni per aiutare gli emigrati italiani e le popolazioni indigene.
L’azione sociale e il sostegno ai lavoratori
Don Bosco fu un precursore nell’ambito della tutela dei diritti dei lavoratori.
Fu il primo a introdurre contratti di apprendistato per i giovani, garantendo condizioni di lavoro dignitose.
Promosse inoltre laboratori professionali, dove i ragazzi potevano apprendere mestieri richiesti nel mercato del lavoro, come sarti, falegnami e tipografi.
Queste iniziative lo resero una figura innovativa nel campo educativo e sociale.
La morte e il funerale di Don Bosco
Don Bosco morì il 31 gennaio 1888, a Torino, all’età di 72 anni.
La sua scomparsa suscitò un’enorme commozione e i suoi funerali videro la partecipazione di migliaia di persone, tra giovani, famiglie e fedeli.
Il corpo del santo fu inizialmente sepolto nel cimitero di Torino, ma successivamente traslato nel santuario di Maria Ausiliatrice, dove oggi riposa in un’urna.
Conclusione
Don Bosco ha lasciato un’eredità straordinaria come educatore, santo e fondatore di una delle congregazioni religiose più attive al mondo.
Il suo esempio di dedizione ai giovani continua a ispirare generazioni di educatori e fedeli, rendendolo una figura centrale nella storia del cattolicesimo e dell’educazione sociale.