26 gennaio 2019. Muore Giuseppe Zamberletti.

Il 26 gennaio 2019 muore a Varese, sua città natale, Giuseppe Zamberletti, politico di spicco e innovatore nel campo della gestione delle emergenze.
Conosciuto come il “padre fondatore della moderna Protezione Civile”, è stato protagonista di un cambiamento epocale nella gestione delle calamità, introducendo concetti fondamentali come previsione e prevenzione, oltre all’organizzazione del sistema di soccorso nazionale.
Una carriera politica al servizio della sicurezza
Giuseppe Zamberletti nasce il 17 dicembre 1933 a Santa Maria del Monte, frazione di Varese.
Cresce in un ambiente familiare immerso nella comunità locale, sviluppando un profondo legame con il territorio.
La sua carriera politica inizia nel 1968, quando viene eletto alla Camera dei Deputati per la Democrazia Cristiana.
Negli anni successivi, viene rieletto più volte alla Camera e infine al Senato nel 1992.
Durante la sua lunga carriera parlamentare, Zamberletti ha ricoperto incarichi di grande responsabilità, tra cui Sottosegretario all’Interno nei governi Moro e Andreotti, e successivamente Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile nei governi Spadolini, Craxi e Fanfani.
L’eredità della Protezione Civile
La svolta nella carriera di Zamberletti arriva con il suo ruolo di Commissario Straordinario in occasione dei terremoti in Friuli nel 1976 e in Irpinia nel 1980.
Queste esperienze lo portarono a riconoscere le lacune nel sistema di gestione delle emergenze, spingendolo a promuovere un approccio più strutturato e coordinato.
Nel 1982, sotto la sua guida, viene istituito il Dipartimento della Protezione Civile, un’organizzazione moderna e integrata che combina risorse statali, enti locali e volontariato.
Il suo lavoro culmina con la legge 225/1992, che codifica il sistema nazionale della Protezione Civile, stabilendo le basi per la gestione delle emergenze in Italia.
Zamberletti è stato anche un pioniere nel coinvolgimento del volontariato e nell’uso di tecnologie avanzate per il monitoraggio e la prevenzione dei rischi, sottolineando l’importanza di un supporto tecnico-scientifico alla politica.
Le missioni umanitarie e il ruolo internazionale
Oltre alla gestione delle emergenze in Italia, Zamberletti ha avuto un ruolo fondamentale in operazioni umanitarie internazionali.
Nel 1979, su delega del primo ministro Giulio Andreotti, coordinò il salvataggio dei Boat People vietnamiti in fuga dal regime comunista.
L’operazione, condotta dalla Marina Militare Italiana, permise il salvataggio di circa 900 persone, successivamente accolte in Italia grazie al sostegno di organizzazioni come la Croce Rossa e la Caritas.
Riconoscimenti e incarichi onorari
Per il suo straordinario contributo al Paese, Giuseppe Zamberletti è stato insignito di numerosi riconoscimenti.
Nel 1996, il Presidente della Repubblica gli conferì il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Nello stesso anno, l’Università degli Studi di Udine gli assegnò una laurea honoris causa in Ingegneria Civile per la sua dedizione alla difesa del suolo e alla pianificazione territoriale.
Nel corso della sua vita, ha presieduto numerose istituzioni, tra cui l’Istituto Grandi Infrastrutture e l’ISPRO, oltre a essere presidente emerito della Commissione Grandi Rischi.
La morte e i funerali di Stato
Dopo una lunga malattia, Giuseppe Zamberletti si spegne il 26 gennaio 2019 all’età di 85 anni presso l’Ospedale di Circolo di Varese. La città proclamò il lutto cittadino in suo onore.
I funerali di Stato si tennero il 29 gennaio 2019 nella Basilica di San Vittore a Varese, officiati dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini.
Alla cerimonia parteciparono il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e numerosi rappresentanti istituzionali.
Dopo la celebrazione, Zamberletti fu sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero di Santa Maria del Monte.
Il 26 gennaio 2019 muore a Varese, sua città natale, Giuseppe Zamberletti, politico di spicco e innovatore nel campo della gestione delle emergenze.
Conosciuto come il “padre fondatore della moderna Protezione Civile”, è stato protagonista di un cambiamento epocale nella gestione delle calamità, introducendo concetti fondamentali come previsione e prevenzione, oltre all’organizzazione del sistema di soccorso nazionale.
Una carriera politica al servizio della sicurezza
Giuseppe Zamberletti nasce il 17 dicembre 1933 a Santa Maria del Monte, frazione di Varese.
Cresce in un ambiente familiare immerso nella comunità locale, sviluppando un profondo legame con il territorio.
La sua carriera politica inizia nel 1968, quando viene eletto alla Camera dei Deputati per la Democrazia Cristiana.
Negli anni successivi, viene rieletto più volte alla Camera e infine al Senato nel 1992.
Durante la sua lunga carriera parlamentare, Zamberletti ha ricoperto incarichi di grande responsabilità, tra cui Sottosegretario all’Interno nei governi Moro e Andreotti, e successivamente Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile nei governi Spadolini, Craxi e Fanfani.
L’eredità della Protezione Civile
La svolta nella carriera di Zamberletti arriva con il suo ruolo di Commissario Straordinario in occasione dei terremoti in Friuli nel 1976 e in Irpinia nel 1980.
Queste esperienze lo portarono a riconoscere le lacune nel sistema di gestione delle emergenze, spingendolo a promuovere un approccio più strutturato e coordinato.
Nel 1982, sotto la sua guida, viene istituito il Dipartimento della Protezione Civile, un’organizzazione moderna e integrata che combina risorse statali, enti locali e volontariato.
Il suo lavoro culmina con la legge 225/1992, che codifica il sistema nazionale della Protezione Civile, stabilendo le basi per la gestione delle emergenze in Italia.
Zamberletti è stato anche un pioniere nel coinvolgimento del volontariato e nell’uso di tecnologie avanzate per il monitoraggio e la prevenzione dei rischi, sottolineando l’importanza di un supporto tecnico-scientifico alla politica.
Le missioni umanitarie e il ruolo internazionale
Oltre alla gestione delle emergenze in Italia, Zamberletti ha avuto un ruolo fondamentale in operazioni umanitarie internazionali.
Nel 1979, su delega del primo ministro Giulio Andreotti, coordinò il salvataggio dei Boat People vietnamiti in fuga dal regime comunista.
L’operazione, condotta dalla Marina Militare Italiana, permise il salvataggio di circa 900 persone, successivamente accolte in Italia grazie al sostegno di organizzazioni come la Croce Rossa e la Caritas.
Riconoscimenti e incarichi onorari
Per il suo straordinario contributo al Paese, Giuseppe Zamberletti è stato insignito di numerosi riconoscimenti.
Nel 1996, il Presidente della Repubblica gli conferì il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Nello stesso anno, l’Università degli Studi di Udine gli assegnò una laurea honoris causa in Ingegneria Civile per la sua dedizione alla difesa del suolo e alla pianificazione territoriale.
Nel corso della sua vita, ha presieduto numerose istituzioni, tra cui l’Istituto Grandi Infrastrutture e l’ISPRO, oltre a essere presidente emerito della Commissione Grandi Rischi.
La morte e i funerali di Stato
Dopo una lunga malattia, Giuseppe Zamberletti si spegne il 26 gennaio 2019 all’età di 85 anni presso l’Ospedale di Circolo di Varese. La città proclamò il lutto cittadino in suo onore.
I funerali di Stato si tennero il 29 gennaio 2019 nella Basilica di San Vittore a Varese, officiati dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini.
Alla cerimonia parteciparono il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e numerosi rappresentanti istituzionali.
Dopo la celebrazione, Zamberletti fu sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero di Santa Maria del Monte.