25 gennaio 1947. Muore Al Capone

Il 25 gennaio 1947 si spense Alphonse Gabriel Capone, meglio noto come Al Capone o “Scarface”, uno dei gangster più noti e controversi della storia americana.
Nato il 17 gennaio 1899 a Brooklyn, New York, da genitori italiani emigrati dalla Campania, Capone è diventato il simbolo del gangsterismo e della corruzione durante l’era del proibizionismo negli Stati Uniti.
Gli inizi di Al Capone
Figlio di Gabriele Capone, un barbiere, e di Teresina Raiola, una sarta, Al Capone crebbe in un ambiente povero e difficile.
Abbandonò la scuola cattolica all’età di undici anni, entrando presto in contatto con la microcriminalità di Brooklyn.
Frequentò diverse gang giovanili, tra cui i “Five Points Gang”, dove conobbe influenti figure del crimine organizzato, come Johnny Torrio e Lucky Luciano.
Nel 1917, lavorò come buttafuori e barista nell’”Harvard Inn” di Frankie Yale, un locale notturno che fungeva da copertura per attività illegali.
Fu qui che guadagnò il soprannome di “Scarface” a causa di una cicatrice sul viso, risultato di un alterco.
Nel 1918, sposò Mae Coughlin, con cui ebbe il suo unico figlio, Albert Francis Capone.
L’ascesa a Chicago
Nel 1919, su invito di Johnny Torrio, Al Capone si trasferì a Chicago, dove divenne una figura di spicco del “Sindacato del crimine”.
Con la fine delle attività di Torrio, che si ritirò dopo un grave attentato, Capone assunse il controllo dell’organizzazione.
Stabilì il suo quartier generale a Cicero, Illinois, e ampliò le attività illegali, tra cui contrabbando di alcol, gioco d’azzardo e prostituzione.
Capone consolidò il suo potere attraverso una combinazione di corruzione e violenza.
Celebre è la “strage di San Valentino” del 14 febbraio 1929, quando sette membri della gang rivale “North Side” furono massacrati, un evento che accrebbe la sua notorietà e segnò un punto di svolta nella guerra tra bande a Chicago.
Il declino e la caduta
Nonostante il controllo su gran parte delle attività illegali di Chicago, Capone attirò l’attenzione delle autorità federali.
Nel 1931 fu incriminato per evasione fiscale, l’unico reato per cui le prove erano sufficienti a portarlo in tribunale.
Durante il processo, l’intera giuria fu sostituita all’ultimo minuto per evitare corruzione.
Fu condannato a 11 anni di carcere e una multa di 50.000 dollari.
In carcere, inizialmente ad Atlanta e successivamente ad Alcatraz, Capone soffrì di gravi problemi di salute causati dalla sifilide, contratta in giovane età.
La sua salute mentale e fisica si deteriorò rapidamente, portandolo al rilascio anticipato nel 1939 per buona condotta.
Gli ultimi anni
Dopo il suo rilascio, Capone si ritirò nella sua villa di Miami, Florida, dove visse una vita relativamente tranquilla, lontano dalle luci della ribalta.
Affetto da demenza causata dalla sifilide, trascorse gli ultimi anni sotto le cure della moglie Mae.
Morì il 25 gennaio 1947, a 48 anni, per complicazioni legate a un ictus e una polmonite.
Fu sepolto al Mount Carmel Cemetery di Chicago.
Il 25 gennaio 1947 si spense Alphonse Gabriel Capone, meglio noto come Al Capone o “Scarface”, uno dei gangster più noti e controversi della storia americana.
Nato il 17 gennaio 1899 a Brooklyn, New York, da genitori italiani emigrati dalla Campania, Capone è diventato il simbolo del gangsterismo e della corruzione durante l’era del proibizionismo negli Stati Uniti.
Gli inizi di Al Capone
Figlio di Gabriele Capone, un barbiere, e di Teresina Raiola, una sarta, Al Capone crebbe in un ambiente povero e difficile.
Abbandonò la scuola cattolica all’età di undici anni, entrando presto in contatto con la microcriminalità di Brooklyn.
Frequentò diverse gang giovanili, tra cui i “Five Points Gang”, dove conobbe influenti figure del crimine organizzato, come Johnny Torrio e Lucky Luciano.
Nel 1917, lavorò come buttafuori e barista nell’”Harvard Inn” di Frankie Yale, un locale notturno che fungeva da copertura per attività illegali.
Fu qui che guadagnò il soprannome di “Scarface” a causa di una cicatrice sul viso, risultato di un alterco.
Nel 1918, sposò Mae Coughlin, con cui ebbe il suo unico figlio, Albert Francis Capone.
L’ascesa a Chicago
Nel 1919, su invito di Johnny Torrio, Al Capone si trasferì a Chicago, dove divenne una figura di spicco del “Sindacato del crimine”.
Con la fine delle attività di Torrio, che si ritirò dopo un grave attentato, Capone assunse il controllo dell’organizzazione.
Stabilì il suo quartier generale a Cicero, Illinois, e ampliò le attività illegali, tra cui contrabbando di alcol, gioco d’azzardo e prostituzione.
Capone consolidò il suo potere attraverso una combinazione di corruzione e violenza.
Celebre è la “strage di San Valentino” del 14 febbraio 1929, quando sette membri della gang rivale “North Side” furono massacrati, un evento che accrebbe la sua notorietà e segnò un punto di svolta nella guerra tra bande a Chicago.
Il declino e la caduta
Nonostante il controllo su gran parte delle attività illegali di Chicago, Capone attirò l’attenzione delle autorità federali.
Nel 1931 fu incriminato per evasione fiscale, l’unico reato per cui le prove erano sufficienti a portarlo in tribunale.
Durante il processo, l’intera giuria fu sostituita all’ultimo minuto per evitare corruzione.
Fu condannato a 11 anni di carcere e una multa di 50.000 dollari.
In carcere, inizialmente ad Atlanta e successivamente ad Alcatraz, Capone soffrì di gravi problemi di salute causati dalla sifilide, contratta in giovane età.
La sua salute mentale e fisica si deteriorò rapidamente, portandolo al rilascio anticipato nel 1939 per buona condotta.
Gli ultimi anni
Dopo il suo rilascio, Capone si ritirò nella sua villa di Miami, Florida, dove visse una vita relativamente tranquilla, lontano dalle luci della ribalta.
Affetto da demenza causata dalla sifilide, trascorse gli ultimi anni sotto le cure della moglie Mae.
Morì il 25 gennaio 1947, a 48 anni, per complicazioni legate a un ictus e una polmonite.
Fu sepolto al Mount Carmel Cemetery di Chicago.