25 febbraio 2020. Muore Hosni Mubarak.
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Hosni Mubarak nacque il 4 maggio 1928 a Kafr el-Musilha, in Egitto.
Dopo aver completato gli studi superiori a Shibin al-Kawm, si iscrisse all’Accademia Militare Egiziana, ottenendo nel 1949 il diploma in scienze militari.
Successivamente, si specializzò nell’aviazione presso l’Accademia Aeronautica, dove divenne pilota di bombardieri.
Parte del suo addestramento si svolse in Unione Sovietica, nella scuola di Frunze, in Kirghizistan.
Negli anni successivi, Mubarak avanzò rapidamente nella gerarchia militare.
Nel 1972 divenne comandante in capo dell’aeronautica militare egiziana e viceministro della Difesa.
Durante la guerra del Kippur del 1973, la sua strategia fu determinante per il successo iniziale dell’Egitto contro Israele.
Questo ruolo gli valse la promozione a Maresciallo dell’Aria e lo rese una figura chiave nella politica egiziana.
Ascesa politica e presidenza
Nel 1975, il presidente Anwar al-Sadat nominò Mubarak vicepresidente dell’Egitto, ruolo che mantenne fino all’assassinio di Sadat il 6 ottobre 1981.
Dopo la sua morte, Mubarak assunse la presidenza e fu confermato tramite referendum.
Da quel momento, governò il paese per quasi trent’anni.
Nei primi anni del suo mandato, si concentrò sulla stabilizzazione del paese e sul miglioramento dell’economia.
Avviò riforme economiche volte a ridurre l’intervento statale, aumentando la produzione di beni di consumo e migliorando l’edilizia popolare.
La sua amministrazione cercò di mantenere buoni rapporti con l’Occidente, consolidando l’alleanza con gli Stati Uniti e ottenendo aiuti economici in cambio del rispetto degli accordi di pace con Israele.
Politica internazionale e ruolo in Medio Oriente
Mubarak cercò di migliorare le relazioni con gli altri paesi arabi, lavorando per il reintegro dell’Egitto nella Lega Araba nel 1989.
Durante la guerra del Golfo del 1991, si schierò con la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti contro l’Iraq di Saddam Hussein, ottenendo in cambio una riduzione significativa del debito estero egiziano.
Nel conflitto israelo-palestinese, svolse un ruolo di mediatore tra Israele e l’Autorità Palestinese, cercando di favorire il dialogo tra le parti.
Nel 1999, fu il primo presidente egiziano a visitare il Libano dal 1952.
Crisi interna e perdita di consensi
Nonostante i suoi sforzi per modernizzare l’economia, il paese continuò a soffrire di disoccupazione e corruzione diffusa.
Il governo mantenne per anni lo stato di emergenza, limitando la libertà di stampa e reprimendo l’opposizione.
La crescente insoddisfazione portò a tensioni sociali e all’emergere di movimenti di protesta.
Nel 2005, Mubarak autorizzò elezioni multipartitiche, ma le accuse di brogli e la repressione degli oppositori minarono la sua credibilità.
La crisi economica, combinata con l’aumento della povertà e il malcontento popolare, indebolì il suo governo.
Rivoluzione egiziana del 2011 e dimissioni
Il 25 gennaio 2011, ispirati dalle rivolte in Tunisia, migliaia di egiziani scesero in piazza per chiedere le dimissioni di Mubarak.
Le proteste si intensificarono, trasformandosi in una rivoluzione.
Dopo 17 giorni di scontri e manifestazioni, il presidente annunciò di voler rimanere in carica fino alle elezioni, ma la pressione internazionale e la mobilitazione popolare lo costrinsero a dimettersi l’11 febbraio 2011.
Dopo aver lasciato il potere, si ritirò nella sua residenza a Sharm el-Sheikh, rifiutando l’esilio proposto da alcuni paesi.
La sua caduta segnò la fine di un’era per l’Egitto, che entrò in una fase di transizione politica turbolenta.
Processi e assoluzione
Nel 2011, Mubarak fu arrestato con l’accusa di corruzione e di complicità nell’uccisione di manifestanti durante le proteste.
Fu condannato all’ergastolo nel 2012 , ma nel 2014 la Corte di Cassazione annullò la sentenza e ordinò un nuovo processo.
Nel 2017, la stessa corte lo assolse definitivamente dalle accuse di omicidio, mentre rimase la condanna a tre anni per appropriazione indebita di fondi pubblici.
Dopo la scarcerazione, Mubarak visse lontano dalla politica, rimanendo sotto sorveglianza nella sua residenza.
Morte e funerali
Hosni Mubarak morì il 25 febbraio 2020 in un ospedale del Cairo, all’età di 91 anni.
Il giorno successivo si tennero solenni funerali militari alla presenza di alti funzionari dello Stato e di membri dell’esercito.
Dopo la cerimonia, fu sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero di Heliopolis, ponendo fine alla vita di uno dei leader più longevi e controversi della storia egiziana.
Hosni Mubarak nacque il 4 maggio 1928 a Kafr el-Musilha, in Egitto.
Dopo aver completato gli studi superiori a Shibin al-Kawm, si iscrisse all’Accademia Militare Egiziana, ottenendo nel 1949 il diploma in scienze militari.
Successivamente, si specializzò nell’aviazione presso l’Accademia Aeronautica, dove divenne pilota di bombardieri.
Parte del suo addestramento si svolse in Unione Sovietica, nella scuola di Frunze, in Kirghizistan.
Negli anni successivi, Mubarak avanzò rapidamente nella gerarchia militare.
Nel 1972 divenne comandante in capo dell’aeronautica militare egiziana e viceministro della Difesa.
Durante la guerra del Kippur del 1973, la sua strategia fu determinante per il successo iniziale dell’Egitto contro Israele.
Questo ruolo gli valse la promozione a Maresciallo dell’Aria e lo rese una figura chiave nella politica egiziana.
Ascesa politica e presidenza
Nel 1975, il presidente Anwar al-Sadat nominò Mubarak vicepresidente dell’Egitto, ruolo che mantenne fino all’assassinio di Sadat il 6 ottobre 1981.
Dopo la sua morte, Mubarak assunse la presidenza e fu confermato tramite referendum.
Da quel momento, governò il paese per quasi trent’anni.
Nei primi anni del suo mandato, si concentrò sulla stabilizzazione del paese e sul miglioramento dell’economia.
Avviò riforme economiche volte a ridurre l’intervento statale, aumentando la produzione di beni di consumo e migliorando l’edilizia popolare.
La sua amministrazione cercò di mantenere buoni rapporti con l’Occidente, consolidando l’alleanza con gli Stati Uniti e ottenendo aiuti economici in cambio del rispetto degli accordi di pace con Israele.
Politica internazionale e ruolo in Medio Oriente
Mubarak cercò di migliorare le relazioni con gli altri paesi arabi, lavorando per il reintegro dell’Egitto nella Lega Araba nel 1989.
Durante la guerra del Golfo del 1991, si schierò con la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti contro l’Iraq di Saddam Hussein, ottenendo in cambio una riduzione significativa del debito estero egiziano.
Nel conflitto israelo-palestinese, svolse un ruolo di mediatore tra Israele e l’Autorità Palestinese, cercando di favorire il dialogo tra le parti.
Nel 1999, fu il primo presidente egiziano a visitare il Libano dal 1952.
Crisi interna e perdita di consensi
Nonostante i suoi sforzi per modernizzare l’economia, il paese continuò a soffrire di disoccupazione e corruzione diffusa.
Il governo mantenne per anni lo stato di emergenza, limitando la libertà di stampa e reprimendo l’opposizione.
La crescente insoddisfazione portò a tensioni sociali e all’emergere di movimenti di protesta.
Nel 2005, Mubarak autorizzò elezioni multipartitiche, ma le accuse di brogli e la repressione degli oppositori minarono la sua credibilità.
La crisi economica, combinata con l’aumento della povertà e il malcontento popolare, indebolì il suo governo.
Rivoluzione egiziana del 2011 e dimissioni
Il 25 gennaio 2011, ispirati dalle rivolte in Tunisia, migliaia di egiziani scesero in piazza per chiedere le dimissioni di Mubarak.
Le proteste si intensificarono, trasformandosi in una rivoluzione.
Dopo 17 giorni di scontri e manifestazioni, il presidente annunciò di voler rimanere in carica fino alle elezioni, ma la pressione internazionale e la mobilitazione popolare lo costrinsero a dimettersi l’11 febbraio 2011.
Dopo aver lasciato il potere, si ritirò nella sua residenza a Sharm el-Sheikh, rifiutando l’esilio proposto da alcuni paesi.
La sua caduta segnò la fine di un’era per l’Egitto, che entrò in una fase di transizione politica turbolenta.
Processi e assoluzione
Nel 2011, Mubarak fu arrestato con l’accusa di corruzione e di complicità nell’uccisione di manifestanti durante le proteste.
Fu condannato all’ergastolo nel 2012 , ma nel 2014 la Corte di Cassazione annullò la sentenza e ordinò un nuovo processo.
Nel 2017, la stessa corte lo assolse definitivamente dalle accuse di omicidio, mentre rimase la condanna a tre anni per appropriazione indebita di fondi pubblici.
Dopo la scarcerazione, Mubarak visse lontano dalla politica, rimanendo sotto sorveglianza nella sua residenza.
Morte e funerali
Hosni Mubarak morì il 25 febbraio 2020 in un ospedale del Cairo, all’età di 91 anni.
Il giorno successivo si tennero solenni funerali militari alla presenza di alti funzionari dello Stato e di membri dell’esercito.
Dopo la cerimonia, fu sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero di Heliopolis, ponendo fine alla vita di uno dei leader più longevi e controversi della storia egiziana.