20 gennaio 2008. Muore Duilio Loi, il grande pugile leggero

20 Gennaio 2025 - 00:08--Anniversari-
Duilio Loi

20 gennaio 2008. Muore Duilio Loi, il grande pugile leggero

Duilio Loi (Trieste, 19 aprile 1929 – Tarzo, 20 gennaio 2008) è stato uno dei più grandi pugili italiani di tutti i tempi, un atleta eccezionale che ha conquistato il titolo mondiale dei pesi welter junior e dominato la scena pugilistica per oltre quattordici anni. Con 126 incontri disputati, 115 vittorie, 8 pareggi e solo 3 sconfitte, Loi è stato inserito nella International Boxing Hall of Fame, accanto a leggende come Nino Benvenuti.

Gli Inizi e il Successo Nazionale

Nato a Trieste da padre sardo e madre triestina, Duilio Loi iniziò la sua carriera da dilettante a 16 anni, distinguendosi per velocità e tecnica. Passò al professionismo nel 1948 sotto la guida di Umberto Branchini, conquistando nel 1951 il titolo italiano dei pesi leggeri, che difese con successo fino al 1954.

Ascesa europea

Nel 1954, Loi vinse il titolo europeo dei pesi leggeri battendo il danese Jørgen Johanssen, dopo una prima sconfitta ai punti. Mantenne il titolo per diversi anni, affrontando avversari di alto livello come Emilio Marconi, Bruno Visintin e Ray Famechon. Con un gioco di gambe impeccabile e una strategia adattabile, Loi divenne il pugile italiano più temuto in Europa.

La conquista del titolo mondiale

Il 1º settembre 1960, allo Stadio San Siro di Milano, davanti a 65.000 spettatori, Duilio Loi sconfisse Carlos Ortiz, conquistando il titolo mondiale dei pesi welter junior. La vittoria segnò il culmine della sua carriera, consolidando il suo posto nella storia della boxe mondiale. Loi mantenne il titolo fino al 1963, ritirandosi al culmine del successo.

Stile di combattimento

Pur non possedendo un pugno potente, Loi compensava con una tecnica superiore, velocità di braccia e una difesa impeccabile. Celebre come “l’uomo degli ultimi due round”, riservava sempre energie per un finale esplosivo, capace di impressionare i giudici e conquistare vittorie cruciali.

Gli ultimi anni

Dopo il ritiro, Duilio Loi si dedicò alla presidenza della Federazione autonoma sindacato ex pugili. Negli ultimi anni soffrì di Alzheimer, una malattia che lo allontanò progressivamente dalla scena pubblica. Morì il 20 gennaio 2008 a Tarzo, lasciando un’eredità indelebile nel mondo dello sport. È sepolto nella cripta del Famedio del Cimitero Monumentale di Milano, accanto ad altre illustri personalità italiane.

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Gli Inizi e il Successo Nazionale

Nato a Trieste da padre sardo e madre triestina, Duilio Loi iniziò la sua carriera da dilettante a 16 anni, distinguendosi per velocità e tecnica. Passò al professionismo nel 1948 sotto la guida di Umberto Branchini, conquistando nel 1951 il titolo italiano dei pesi leggeri, che difese con successo fino al 1954.

Ascesa europea

Nel 1954, Loi vinse il titolo europeo dei pesi leggeri battendo il danese Jørgen Johanssen, dopo una prima sconfitta ai punti. Mantenne il titolo per diversi anni, affrontando avversari di alto livello come Emilio Marconi, Bruno Visintin e Ray Famechon. Con un gioco di gambe impeccabile e una strategia adattabile, Loi divenne il pugile italiano più temuto in Europa.

La conquista del titolo mondiale

Il 1º settembre 1960, allo Stadio San Siro di Milano, davanti a 65.000 spettatori, Duilio Loi sconfisse Carlos Ortiz, conquistando il titolo mondiale dei pesi welter junior. La vittoria segnò il culmine della sua carriera, consolidando il suo posto nella storia della boxe mondiale. Loi mantenne il titolo fino al 1963, ritirandosi al culmine del successo.

Stile di combattimento

Pur non possedendo un pugno potente, Loi compensava con una tecnica superiore, velocità di braccia e una difesa impeccabile. Celebre come “l’uomo degli ultimi due round”, riservava sempre energie per un finale esplosivo, capace di impressionare i giudici e conquistare vittorie cruciali.

Gli ultimi anni

Dopo il ritiro, Duilio Loi si dedicò alla presidenza della Federazione autonoma sindacato ex pugili. Negli ultimi anni soffrì di Alzheimer, una malattia che lo allontanò progressivamente dalla scena pubblica. Morì il 20 gennaio 2008 a Tarzo, lasciando un’eredità indelebile nel mondo dello sport. È sepolto nella cripta del Famedio del Cimitero Monumentale di Milano, accanto ad altre illustri personalità italiane.

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