20 febbraio 2021. Muore Luca Attanasio.
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Luca Attanasio nacque il 23 maggio 1977 a Saronno e crebbe a Limbiate in una famiglia di origini pugliesi. Fin da giovane dimostrò una forte inclinazione per gli studi e la diplomazia.
Dopo essersi laureato con lode in Economia all’Università Bocconi di Milano nel 2001, avviò la sua carriera diplomatica nel Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nel 2003.
I primi incarichi diplomatici
Dopo un primo periodo nella Direzione per gli Affari Economici, Attanasio si specializzò nella politica estera, concentrandosi in particolare sul continente africano.
Tra il 2006 e il 2010 lavorò presso l’Ambasciata italiana a Berna, occupandosi di relazioni economiche e commerciali.
Successivamente, dal 2010 al 2013, assunse il ruolo di console generale reggente a Casablanca, in Marocco, rafforzando i legami tra l’Italia e il Nord Africa.
Nel 2015, divenne primo consigliere dell’Ambasciata d’Italia ad Abuja, in Nigeria, contribuendo alla stabilizzazione dei rapporti bilaterali.
Ambasciatore in Repubblica Democratica del Congo
Il 5 settembre 2017, il Ministero degli Affari Esteri nominò Attanasio capo missione a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Grazie alla sua competenza e al suo impegno sul campo, nel 2019 ottenne la riconferma come ambasciatore straordinario e plenipotenziario.
Durante la sua permanenza, si distinse per il supporto ai progetti umanitari e per la promozione della cooperazione internazionale.
Collaborò attivamente con la Comunità di Sant’Egidio e si impegnò nello sviluppo di iniziative per l’istruzione e il benessere delle popolazioni locali.
Il suo operato lo portò a ricevere, nel 2020, il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace, un riconoscimento al suo lavoro per la promozione del dialogo tra i popoli.
Nel 2021, gli fu conferito postumo il Premio ISPI, per celebrare la sua carriera diplomatica e il suo instancabile impegno per la pace.
Vita privata e attività umanitaria
Nel 2015, Attanasio sposò Zakia Seddiki, originaria del Marocco, con cui ebbe tre figlie. Insieme, fondarono l’ONG Mama Sofia, attiva nel sostegno alle popolazioni vulnerabili della RDC. L’organizzazione si concentrò su programmi di aiuto rivolti a donne e bambini in difficoltà, offrendo loro accesso a cure mediche e istruzione.
L’attentato e la tragica scomparsa
Il 22 febbraio 2021, Attanasio viaggiava a bordo di un convoglio del Programma Alimentare Mondiale (PAM), diretto a Rutshuru, nei pressi di Goma.
Lo accompagnavano membri della delegazione delle Nazioni Unite.
Nei pressi del villaggio di Kibumba, situato nel Parco Nazionale dei Virunga, il convoglio fu attaccato da un gruppo armato nel tentativo di un rapimento.
Durante l’assalto, persero la vita anche l’autista del convoglio, Mustapha Milambo, e il carabiniere della sua scorta, Vittorio Iacovacci.
Ferito gravemente, Attanasio fu trasportato d’urgenza all’ospedale dell’ONU a Goma, ma non sopravvisse alle ferite riportate.
I funerali e il riconoscimento postumo
Le salme di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci furono rimpatriate in Italia il 23 febbraio 2021, accolte con gli onori di Stato all’aeroporto di Ciampino.
Il 25 febbraio 2021, si svolsero i funerali di Stato nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma, alla presenza delle più alte cariche istituzionali italiane.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella conferì postumo ad Attanasio la Gran Croce d’Onore dell’Ordine della Stella d’Italia, un riconoscimento al suo straordinario contributo alla diplomazia italiana e alla pace internazionale.
Luca Attanasio nacque il 23 maggio 1977 a Saronno e crebbe a Limbiate in una famiglia di origini pugliesi. Fin da giovane dimostrò una forte inclinazione per gli studi e la diplomazia.
Dopo essersi laureato con lode in Economia all’Università Bocconi di Milano nel 2001, avviò la sua carriera diplomatica nel Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nel 2003.
I primi incarichi diplomatici
Dopo un primo periodo nella Direzione per gli Affari Economici, Attanasio si specializzò nella politica estera, concentrandosi in particolare sul continente africano.
Tra il 2006 e il 2010 lavorò presso l’Ambasciata italiana a Berna, occupandosi di relazioni economiche e commerciali.
Successivamente, dal 2010 al 2013, assunse il ruolo di console generale reggente a Casablanca, in Marocco, rafforzando i legami tra l’Italia e il Nord Africa.
Nel 2015, divenne primo consigliere dell’Ambasciata d’Italia ad Abuja, in Nigeria, contribuendo alla stabilizzazione dei rapporti bilaterali.
Ambasciatore in Repubblica Democratica del Congo
Il 5 settembre 2017, il Ministero degli Affari Esteri nominò Attanasio capo missione a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Grazie alla sua competenza e al suo impegno sul campo, nel 2019 ottenne la riconferma come ambasciatore straordinario e plenipotenziario.
Durante la sua permanenza, si distinse per il supporto ai progetti umanitari e per la promozione della cooperazione internazionale.
Collaborò attivamente con la Comunità di Sant’Egidio e si impegnò nello sviluppo di iniziative per l’istruzione e il benessere delle popolazioni locali.
Il suo operato lo portò a ricevere, nel 2020, il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace, un riconoscimento al suo lavoro per la promozione del dialogo tra i popoli.
Nel 2021, gli fu conferito postumo il Premio ISPI, per celebrare la sua carriera diplomatica e il suo instancabile impegno per la pace.
Vita privata e attività umanitaria
Nel 2015, Attanasio sposò Zakia Seddiki, originaria del Marocco, con cui ebbe tre figlie. Insieme, fondarono l’ONG Mama Sofia, attiva nel sostegno alle popolazioni vulnerabili della RDC. L’organizzazione si concentrò su programmi di aiuto rivolti a donne e bambini in difficoltà, offrendo loro accesso a cure mediche e istruzione.
L’attentato e la tragica scomparsa
Il 22 febbraio 2021, Attanasio viaggiava a bordo di un convoglio del Programma Alimentare Mondiale (PAM), diretto a Rutshuru, nei pressi di Goma.
Lo accompagnavano membri della delegazione delle Nazioni Unite.
Nei pressi del villaggio di Kibumba, situato nel Parco Nazionale dei Virunga, il convoglio fu attaccato da un gruppo armato nel tentativo di un rapimento.
Durante l’assalto, persero la vita anche l’autista del convoglio, Mustapha Milambo, e il carabiniere della sua scorta, Vittorio Iacovacci.
Ferito gravemente, Attanasio fu trasportato d’urgenza all’ospedale dell’ONU a Goma, ma non sopravvisse alle ferite riportate.
I funerali e il riconoscimento postumo
Le salme di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci furono rimpatriate in Italia il 23 febbraio 2021, accolte con gli onori di Stato all’aeroporto di Ciampino.
Il 25 febbraio 2021, si svolsero i funerali di Stato nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma, alla presenza delle più alte cariche istituzionali italiane.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella conferì postumo ad Attanasio la Gran Croce d’Onore dell’Ordine della Stella d’Italia, un riconoscimento al suo straordinario contributo alla diplomazia italiana e alla pace internazionale.