20 febbraio 2006. Muore Luca Coscioni.
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Luca Coscioni nacque a Orvieto il 16 luglio 1967 e fin da giovane dimostrò un forte interesse per la politica e le scienze economiche.
Dopo il diploma classico, si iscrisse alla Facoltà di Economia e Commercio all’Università La Sapienza di Roma.
Si laureò con il massimo dei voti nel 1991 con una tesi sulle relazioni commerciali tra Occidente e Paesi in via di sviluppo.
Proseguì la sua formazione con un Dottorato di Ricerca in Economia Montana e Sistemi Foresta-Legno-Ambiente presso l’Università di Trento.
Nel frattempo, iniziò a insegnare Economia Politica e a collaborare con istituti di ricerca in Italia e all’estero, tra cui un prestigioso centro di studi a Nancy, in Francia.
Parallelamente all’attività accademica, entrò in politica come consigliere comunale nella sua città natale.
Tuttavia, a causa della malattia che lo avrebbe segnato per il resto della vita, fu costretto a dimettersi nel 1997.
La diagnosi di SLA e il ritorno all’impegno pubblico
Nel 1995, a soli 28 anni, a Coscioni fu diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
La SLA, malattia neurodegenerativa progressiva lo privò gradualmente della capacità di muoversi e parlare, ma non della lucidità e della volontà di combattere.
Nonostante la malattia, nel 1999 sposò Maria Antonietta Farina e, anziché ritirarsi dalla vita pubblica, decise di impegnarsi ancora di più nella politica e nella battaglia per la libertà di ricerca scientifica, in particolare per l’uso delle cellule staminali embrionali nella lotta contro malattie incurabili.
L’impegno con i radicali italiani
Nel 2000, si candidò con Radicali Italiani, ottenendo un seggio nel comitato di coordinamento del movimento.
L’anno successivo fu eletto Presidente dei Radicali Italiani, diventando il simbolo della lotta per il diritto alla scienza e alla cura.
Coscioni utilizzò internet e un sintetizzatore vocale per comunicare, partecipando attivamente a dibattiti e conferenze internazionali.
Nel 2001, durante una commissione temporanea del Parlamento Europeo sulla Genetica Umana e le Biotecnologie, il suo intervento fu accolto con entusiasmo e contribuì ad accendere un dibattito sulla libertà di ricerca scientifica.
Alle elezioni politiche del 2001, fu candidato con la Lista Bonino, ma il movimento non riuscì a ottenere seggi in Parlamento.
Tuttavia, la sua battaglia attirò il sostegno di numerosi scienziati, intellettuali e premi Nobel, tra cui José Saramago, che gli dedicò un messaggio di solidarietà.
L’associazione Luca Coscioni e il referendum sulla legge 40
Nel 2002, insieme ai Radicali, fondò l’Associazione Luca Coscioni per la Libertà di Ricerca Scientifica, con l’obiettivo di promuovere la ricerca medica e contrastare le restrizioni imposte in Italia.
Nel 2005, si batté per l’abrogazione della Legge 40/2004 sulla procreazione assistita, considerata un ostacolo alla ricerca genetica.
Nonostante la grande mobilitazione, il referendum non raggiunse il quorum e la legge rimase in vigore.
La morte e l’eredità di Luca Coscioni
Luca Coscioni morì il 20 febbraio 2006, a 38 anni, nella sua casa di Orvieto, a causa di una crisi respiratoria.
La notizia fu annunciata da Marco Pannella su Radio Radicale, e il mondo politico e scientifico espresse unanime cordoglio.
Come da sua volontà, il 21 giugno 2006, le sue ceneri furono sparse in mare nei pressi di Porto Santo Stefano, sul Monte Argentario, un luogo a lui caro.
Oggi, l’Associazione Luca Coscioni continua la sua battaglia per i diritti dei malati e per la libertà di ricerca scientifica, mantenendo vivo il suo messaggio di lotta per il progresso e la dignità della persona.
Luca Coscioni nacque a Orvieto il 16 luglio 1967 e fin da giovane dimostrò un forte interesse per la politica e le scienze economiche.
Dopo il diploma classico, si iscrisse alla Facoltà di Economia e Commercio all’Università La Sapienza di Roma.
Si laureò con il massimo dei voti nel 1991 con una tesi sulle relazioni commerciali tra Occidente e Paesi in via di sviluppo.
Proseguì la sua formazione con un Dottorato di Ricerca in Economia Montana e Sistemi Foresta-Legno-Ambiente presso l’Università di Trento.
Nel frattempo, iniziò a insegnare Economia Politica e a collaborare con istituti di ricerca in Italia e all’estero, tra cui un prestigioso centro di studi a Nancy, in Francia.
Parallelamente all’attività accademica, entrò in politica come consigliere comunale nella sua città natale.
Tuttavia, a causa della malattia che lo avrebbe segnato per il resto della vita, fu costretto a dimettersi nel 1997.
La diagnosi di SLA e il ritorno all’impegno pubblico
Nel 1995, a soli 28 anni, a Coscioni fu diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
La SLA, malattia neurodegenerativa progressiva lo privò gradualmente della capacità di muoversi e parlare, ma non della lucidità e della volontà di combattere.
Nonostante la malattia, nel 1999 sposò Maria Antonietta Farina e, anziché ritirarsi dalla vita pubblica, decise di impegnarsi ancora di più nella politica e nella battaglia per la libertà di ricerca scientifica, in particolare per l’uso delle cellule staminali embrionali nella lotta contro malattie incurabili.
L’impegno con i radicali italiani
Nel 2000, si candidò con Radicali Italiani, ottenendo un seggio nel comitato di coordinamento del movimento.
L’anno successivo fu eletto Presidente dei Radicali Italiani, diventando il simbolo della lotta per il diritto alla scienza e alla cura.
Coscioni utilizzò internet e un sintetizzatore vocale per comunicare, partecipando attivamente a dibattiti e conferenze internazionali.
Nel 2001, durante una commissione temporanea del Parlamento Europeo sulla Genetica Umana e le Biotecnologie, il suo intervento fu accolto con entusiasmo e contribuì ad accendere un dibattito sulla libertà di ricerca scientifica.
Alle elezioni politiche del 2001, fu candidato con la Lista Bonino, ma il movimento non riuscì a ottenere seggi in Parlamento.
Tuttavia, la sua battaglia attirò il sostegno di numerosi scienziati, intellettuali e premi Nobel, tra cui José Saramago, che gli dedicò un messaggio di solidarietà.
L’associazione Luca Coscioni e il referendum sulla legge 40
Nel 2002, insieme ai Radicali, fondò l’Associazione Luca Coscioni per la Libertà di Ricerca Scientifica, con l’obiettivo di promuovere la ricerca medica e contrastare le restrizioni imposte in Italia.
Nel 2005, si batté per l’abrogazione della Legge 40/2004 sulla procreazione assistita, considerata un ostacolo alla ricerca genetica.
Nonostante la grande mobilitazione, il referendum non raggiunse il quorum e la legge rimase in vigore.
La morte e l’eredità di Luca Coscioni
Luca Coscioni morì il 20 febbraio 2006, a 38 anni, nella sua casa di Orvieto, a causa di una crisi respiratoria.
La notizia fu annunciata da Marco Pannella su Radio Radicale, e il mondo politico e scientifico espresse unanime cordoglio.
Come da sua volontà, il 21 giugno 2006, le sue ceneri furono sparse in mare nei pressi di Porto Santo Stefano, sul Monte Argentario, un luogo a lui caro.
Oggi, l’Associazione Luca Coscioni continua la sua battaglia per i diritti dei malati e per la libertà di ricerca scientifica, mantenendo vivo il suo messaggio di lotta per il progresso e la dignità della persona.