18 gennaio 1987. La scomparsa di Renato Guttuso
18 gennaio 1987. La scomparsa di Renato Guttuso
Renato Guttuso (Bagheria, 26 dicembre 1911 – Roma, 18 gennaio 1987) è stato uno dei più importanti pittori italiani del XX secolo, protagonista del realismo sociale e della pittura neorealista italiana. La sua arte, caratterizzata da un forte impegno politico e sociale, lo ha consacrato come una delle figure più influenti della scena artistica e culturale italiana del Novecento.
Gli inizi e la formazione
Nato a Bagheria, in Sicilia, Guttuso fu influenzato fin dall’infanzia dall’hobby paterno per la pittura e dall’ambiente culturale della sua terra, ricca di contrasti tra le bellezze naturali e le tensioni sociali. A tredici anni firmava già le sue opere, prevalentemente paesaggi e ritratti. Dopo aver studiato a Palermo e frequentato lo studio del pittore futurista Pippo Rizzo, Guttuso si trasferì a Roma nel 1933, iniziando a esporre alla Quadriennale di Roma
e a sviluppare il suo stile personale.
Impegno politico e realismo sociale
Profondamente influenzato dalle lotte sociali della Sicilia e dalla crisi del primo dopoguerra, Guttuso dedicò gran parte della sua arte a temi politici e sociali. Iscritto al Partito Comunista Italiano dal 1940, divenne un simbolo dell’arte impegnata, rappresentando le difficoltà e le lotte delle classi lavoratrici. Opere come La Fucilazione in Campagna (1938) e La Crocifissione (1940) denunciano le ingiustizie e gli orrori della guerra e del fascismo.
I funerali di Togliatti, 1972, colori acrilici e collage su carta, Museo d’arte moderna di Bologna
Capolavori e riconoscimenti
Tra i suoi capolavori più celebri:
- I funerali di Togliatti (1972), un’opera simbolo della pittura comunista del secondo dopoguerra, che rappresenta figure iconiche del comunismo in un’ideale celebrazione collettiva.
- La Vucciria (1974), un dipinto dedicato al famoso mercato di Palermo, che cattura la vitalità e i colori della cultura siciliana.
- Il sonno della ragione genera mostri (1980), un acquerello dedicato alla strage di Bologna, ispirato a Goya.
Le sue opere sono state esposte nelle principali mostre internazionali, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma, e in musei prestigiosi come lo Stedelijk Museum di Amsterdam e la Kunstverein di Francoforte.
Carriera politica e riconoscimenti internazionali
Dal 1976 al 1983, Guttuso fu senatore per il Partito Comunista Italiano, consolidando il suo impegno politico anche fuori dalla tela. Fu membro del Fronte Nuovo delle Arti, un movimento che univa artisti impegnati contro il regime fascista.
Eredità e Museo di Villa Cattolica
Alla sua morte, il 18 gennaio 1987, Guttuso lasciò alla sua città natale molte delle sue opere, oggi custodite presso il Museo di Villa Cattolica a Bagheria, dove è anche sepolto. Il museo rappresenta una testimonianza vivida del suo legame con la Sicilia e del suo contributo all’arte italiana.
Renato Guttuso e il realismo sociale
Guttuso è ricordato come uno dei massimi interpreti del realismo sociale, capace di trasformare la lotta politica e la vita quotidiana in arte di straordinaria potenza espressiva. La sua capacità di coniugare tecnica pittorica, temi universali e impegno politico lo ha reso una figura unica nel panorama artistico del XX secolo.
[/fusion_text] [/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]18 gennaio 1987. La scomparsa di Renato Guttuso
18 gennaio 1987. La scomparsa di Renato Guttuso
Renato Guttuso (Bagheria, 26 dicembre 1911 – Roma, 18 gennaio 1987) è stato uno dei più importanti pittori italiani del XX secolo, protagonista del realismo sociale e della pittura neorealista italiana. La sua arte, caratterizzata da un forte impegno politico e sociale, lo ha consacrato come una delle figure più influenti della scena artistica e culturale italiana del Novecento.
Gli inizi e la formazione
Nato a Bagheria, in Sicilia, Guttuso fu influenzato fin dall’infanzia dall’hobby paterno per la pittura e dall’ambiente culturale della sua terra, ricca di contrasti tra le bellezze naturali e le tensioni sociali. A tredici anni firmava già le sue opere, prevalentemente paesaggi e ritratti. Dopo aver studiato a Palermo e frequentato lo studio del pittore futurista Pippo Rizzo, Guttuso si trasferì a Roma nel 1933, iniziando a esporre alla Quadriennale di Roma
e a sviluppare il suo stile personale.
Impegno politico e realismo sociale
Profondamente influenzato dalle lotte sociali della Sicilia e dalla crisi del primo dopoguerra, Guttuso dedicò gran parte della sua arte a temi politici e sociali. Iscritto al Partito Comunista Italiano dal 1940, divenne un simbolo dell’arte impegnata, rappresentando le difficoltà e le lotte delle classi lavoratrici. Opere come La Fucilazione in Campagna (1938) e La Crocifissione (1940) denunciano le ingiustizie e gli orrori della guerra e del fascismo.
I funerali di Togliatti, 1972, colori acrilici e collage su carta, Museo d’arte moderna di Bologna
Capolavori e riconoscimenti
Tra i suoi capolavori più celebri:
- I funerali di Togliatti (1972), un’opera simbolo della pittura comunista del secondo dopoguerra, che rappresenta figure iconiche del comunismo in un’ideale celebrazione collettiva.
- La Vucciria (1974), un dipinto dedicato al famoso mercato di Palermo, che cattura la vitalità e i colori della cultura siciliana.
- Il sonno della ragione genera mostri (1980), un acquerello dedicato alla strage di Bologna, ispirato a Goya.
Le sue opere sono state esposte nelle principali mostre internazionali, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma, e in musei prestigiosi come lo Stedelijk Museum di Amsterdam e la Kunstverein di Francoforte.
Carriera politica e riconoscimenti internazionali
Dal 1976 al 1983, Guttuso fu senatore per il Partito Comunista Italiano, consolidando il suo impegno politico anche fuori dalla tela. Fu membro del Fronte Nuovo delle Arti, un movimento che univa artisti impegnati contro il regime fascista.
Eredità e Museo di Villa Cattolica
Alla sua morte, il 18 gennaio 1987, Guttuso lasciò alla sua città natale molte delle sue opere, oggi custodite presso il Museo di Villa Cattolica a Bagheria, dove è anche sepolto. Il museo rappresenta una testimonianza vivida del suo legame con la Sicilia e del suo contributo all’arte italiana.
Renato Guttuso e il realismo sociale
Guttuso è ricordato come uno dei massimi interpreti del realismo sociale, capace di trasformare la lotta politica e la vita quotidiana in arte di straordinaria potenza espressiva. La sua capacità di coniugare tecnica pittorica, temi universali e impegno politico lo ha reso una figura unica nel panorama artistico del XX secolo.
[/fusion_text] [/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]